Corriere di Bologna

Donsah, dalla polvere alle stelle «Rossi lo sa, qui riparto da zero»

- Francesca Blesio

Sulla mediana rossoblù corre una storia di polvere, fame e talento. Quello con la maglia numero 30 che si danna in mezzo al campo ha le spalle larghe non solo per la serie A, ma anche per reggere agli urti di una vita arcigna. «Ho scelto Bologna perché voglio crescere, e voglio farlo qui», dice Godfred Donsah, classe ‘96.

Il Bologna ci ha investito oltre 6 milioni di euro. E già domani lo manderà in campo. Vestirà la maglia numero 30. «Era il numero di Acquah prima del 6 che era già preso. Gli devo tanto. Quando arrivai a Palermo non avevo niente. Mi ha fatto dormire a casa sua, mi ha dato un po’ di soldi, mi ha vestito e mi ha comprato il mio primo paio di scarpini da calcio».

Favola? Solo adesso. «La nostra è la storia di un clandestin­o, mio papà». Comincia in Ghana, ad Accra. «Era giovane, aveva una famiglia e niente da mangiare. Così ha deciso di venire a cercare lavoro qui, in Italia. Ma non aveva soldi. Quindi ha preso il mare ed è sbarcato a Lampedusa, come tanti, come quelli che arrivano oggi. Li spinge la fame. È la vita».

Il padre trova lavoro nei campi, raccoglie pomodori prima in Puglia poi in Campania. Il primo impiego stabile arriva a Como, come magazzinie­re. In Ghana intanto c’è questo ragazzino talentuoso che gioca a pallone. «Per me il calcio è passione, fino a poco tempo fa significav­a giocare a piedi scalzi e senza maglietta in un campetto di fortuna».

In Italia arriva a 15 anni. Mentre oggi, a 19, vestirà la maglia della sua Nazionale: per la prima volta è stato inserito nell’elenco dei convocati del Ghana. «Mi sento molto felice, è una cosa grande per il mio futuro ed è bellissimo fare parte di questa famiglia». La sua famiglia di sangue è in Ghana. «Ma vorrei portarla qui con me, appena riesco». Godfred ha firmato 5 anni con il Bologna. Prima ha giocato mezzala nel Verona e nel Cagliari. «Sean Sogliano mi ha detto, tu devi correre se no non combini niente, non sei ancora bravo tatticamen­te, quindi corri così magari fai pure gol. E io ho seguito il suo consiglio».

Fenucci non è d’accordo: «Il ragazzo è troppo umile, si sottovalut­a: ha grandi doti fisiche e buoni mezzi tecnici». Donsah ascolta. E ripete: «Delio Rossi mi ha detto che qui ricomincio da zero. Che non sono arrivato, e che c’è da migliorare e da lavorare». Guarda al futuro, ma con circospezi­one. «Mia madre mi ha sempre ripetuto: tu non devi pensare come gli altri. Devi pensare a ciò che hai, non a ciò che vorresti. Se vuoi il riso e c’è la carne, quella mangi. Così è la vita. E così penso io».

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Talento Godfred Donsah, ghanese

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