Presi i topi d’appartamento che usano il bus La polizia cerca i proprietari della refurtiva
Svaligiavano appartamenti — almeno una dozzina — soprattutto ai piani bassi. Lo facevano sempre durante le prime ore della sera o subito dopo cena, quando vedevano gli inquilini uscire. Poi, con un semplice cacciavite aprivano le finestre o le porte finestre e si intrufolavano velocemente. Come cavallette portavano via qualsiasi cosa: fedi, orologi, gioielli, pc portatili, cellulari e I-pad. Infine, fuggivano in autobus. La banda di topi di appartamento è stata arrestata dalla polizia, che ha diffuso una foto del bottino, in modo che tutti quelli che hanno subito furti in casa possano vedere se ci sono oggetti che riconoscono.
Con la refurtiva al seguito, dunque, e come se nulla fosse, prendevano il primo bus e si dileguavano. Così di volta in volta. Ma giovedì scorso sono saltati i piani dei tre giovani albanesi, Lleshi Klevis, Gjoka Vincens e Rica Mariblen. La banda di topi d’appartamento è stata beccata dalla Squadra mobile durante l’ultimo furto. Erano da poco passate le 19.30 quando tra via Ristori e via Negrelli, al San Donato, una volante della polizia ha notato due persone sospette che facevano da «palo» davanti all’ingresso di un’abitazione. Uno dei due, tra l’altro, non è passato inosservato perché aveva entrambe le braccia ingessate. Dopo qualche minuto i due venivano raggiunti da un terzo connazionale, che era usciva dall’appartamento di una famiglia eritrea che i due controllavano: lo aveva appena svaligiato. A quel punto tutti e tre attraversavano la strada e andavano alla fermata dell’autobus, e in tutta tranquillità salivano sul 20 in direzione centro. Ma sul 20 sono saliti anche gli agenti della polizia che hanno seguito tutto da lontano e per evitare che scendessero alla fermata successiva li hanno fermati a bordo. I tre giovani albanesi non hanno opposto resistenza, anzi uno di loro ha ammesso candidamente: «Abbiamo appena rubato dentro un appartamento», indicando la via esatta e il civico. Uno aveva un cacciavite, un altro 450 euro in contanti, orologi e gioielli appena rubati. Dopo averli fermati, gli agenti della Squadra Mobile si sono fatti accompagnare nell’appartamento in via Berti dove era domiciliato l’unico dei tre con precedenti di polizia, il ventenne Rica Mariblen. Quello con le braccia ingessate. Proprio quell’appartamento era il covo della banda, lì la polizia ha trovato tablet, cellulari, gioielli, orologi e una costosa bici da corsa in carbonio, frutto di «colpi» dell’ultimo anno. Per gli inquirenti, infatti, i tre sono gli stessi autori di almeno una dozzina di furti. E tutti con la stessa tecnica: aprivano finestre e porte finestre con un cacciavite. All’interno dell’abitazione in zona Saffi c’era anche una donna che è stata denunciata per ricettazione. L’arresto dei tre arriva due giorni dopo l’arresto di un’altra banda di ladri, anche loro di origine albanese. I quattro della precedente operazione sono stati arrestati invece il 19 aprile in via XXI aprile. I tre albanesi s0no stati portati alla Dozza.