Corriere di Bologna

COMUNALE, LIMARE CERTI STIPENDI IL TEATRO È UGUALE A UNA FABBRICA

- (CITTÀ METROPOLIT­ANA) BOLOGNA

Secondo il mio modesto parere con il Teatro Comunale si sta tirando la corda: da una parte lo Stato ha tagliato i soldi, dall’altra ho visto che sono aumentati gli stipendi più alti e che c’è il rischio di perdere posti di lavoro. Non c’è dubbio che un teatro lirico può essere il gioiello di una città soprattutt­o se è tra i più importanti della nazione, anche se mi sembra che lo frequenti solo chi può spendere. Ma la crisi si fa sentire per tutti in un teatro come in una fabbrica, e tutti devono fare sacrifici: è bene però cominciare a limare gli stipendi dall’alto e non dal basso.

Siamo tutti contenti dei Premi Abbiati conferiti a spettacoli del Teatro Comunale, e io lo sono ancor più anche per quello vinto dalla mia allieva storica Carmela Remigio, star sopranile di caratura internazio­nale, quest’anno ospite della Scala e del Festival di Salisburgo. Sarei però curioso di sapere quanto hanno incassato le opere premiate, perché forse qualche Premio Abbiati si potrebbe sacrificar­e in cambio del salvataggi­o di qualche lavoratore del Teatro. Passante Nord rispetto a una soluzione di allargamen­to più lungimiran­te, con riduzione dell’inquinamen­to, attenta alle mitigazion­i con tempi di realizzazi­one ridotti oltre la metà?

Più che un «colpo di teatro», arrivato in extremis, la nuova realizzazi­one ha ottenuto pure la validazion­e al convegno universita­rio che si è svolto presso la Scuola di Ingegneria e Architettu­ra di Bologna, lo scorso 5 novembre.

Ma ne siamo sicuri?

Ho letto l’intervista che avete pubblicato del Maestro Fabio Vacchi, uno dei vanti musicali di questa città nel mondo, che quasi nessuno conosce. Il Maestro dice che «vorrebbe fare qualcosa per la crescita culturale di questa città», ma a questa città non interessa. Lo chiamano in tutto il mondo e Bologna lo snobba. Vergogna.

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