Corriere di Bologna

«L’A2 sarebbe un dramma, difficile risalire»

Frosini, ex Virtus e Fortitudo, è l’attuale ds di Reggio Emilia, che sfiderà le V nere nel match decisivo

- Luca Aquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Due scudetti e due Euroleghe vinte, da giocatore, in maglia bianconera. La strada di Alessandro Frosini, oggi ds di Reggio Emilia, si incrocerà nuovamente con quella della Virtus mercoledì prossimo in una partita che per le V nere vale la salvezza.

«Da ex virtussino, dopo aver vissuto tanti anni in quella società, è molto difficile vederla in una situazione così precaria visto che la salvezza può dipendere anche da altri risultati, ma finché c’è vita c’è speranza».

Per non fare troppi calcoli, alla Virtus servirà una vittoria al PalaBigi, ma anche Reggio ha bisogno del successo per centrare il secondo posto.

«Sarebbe il miglior risultato in regular season nei 41 anni di storia del club. Dopo due sconfitte che hanno fatto storcere un po’ il naso sia ai tifosi sia a noi in società, vogliamo tornare al successo. Il mercoledì perfetto sarebbe una nostra vittoria e la salvezza della Virtus».

Come ha visto la Virtus nella vittoriosa gara contro Torino?

«È una squadra viva, che vuole fortemente raggiunger­e la salvezza e verrà qui per scongiurar­e l’incubo retrocessi­one».

Lei conosce bene Bologna, come sarebbe digerita la caduta in A2?

«Sarebbe uno choc. Lasciare il profession­ismo creerebbe scompiglio. La passione che c’è per questa maglia è incredibil­e, riuscire a portare 7.000 persone al palasport come ai miei tempi è qualcosa di eccezional­e. Poi, in una A2 a 32 squadre e una sola promozione, la risalita sarebbe molto difficile. Potrebbero essere felici i cugini della Fortitudo che riavrebber­o un derby. In A2 però sarebbe riduttivo, mi auguro che torni alla svelta in A la Fortitudo per vedere il derby dove è giusto che sia».

Che idea si è fatto della Virtus, come si è ritrovata in questa situazione? «L’infortunio di Ray ha creato una problemati­ca importante, era il leader designato della squadra,che avrebbe dovuto guidarla in una posizione di classifica tranquilla. Poi c’è anche la difficoltà di utilizzare un giocatore come Pittman, molto ingombrant­e per il tipo di gioco del campionato italiano, incentrato sul pick and roll e che difensivam­ente può essere un problema per un atleta non molto mobile come lui».

Lei ha giocato spesso partite decisive che mettevano in palio un trofeo. Questa, per la Virtus, vale la salvezza. Come va affrontata?

«Con la consapevol­ezza che è l’ultima partita, non ci sono “ma” o “dopo”. Andranno trovate energie mentali e fisiche all’interno della squadra e dovrà essere brava la società a stare vicino allo staff tecnico e ai giocatori». Chi è l’uomo decisivo per la Virtus?

«Collins ha preso in mano le chiavi della squadra, Fontecchio è un giocatore che potrebbe darci fastidio, Gaddy è stato al centro di qualche critica in questa stagione ma ha cuore e nell’ultima partita ha ritrovato certezze».

Il mio mercoledì perfetto sarebbe una nostra vittoria e la salvezza bianconera, ho giocato e vinto con quella maglia, è duro vederla in questa situazione

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