Corriere di Bologna

Salvini tra i flash Il menu vegano diventa un caso

Telecamere e flash da mezza Italia all’Antoniano per il pranzo dello chef Salvini. I frati: «Vogliamo proporre cibi sani»

- di Daniela Corneo

Il pranzo vegetarian­o per i poveri alla mensa dei frati dell’Antoniano, cucinato tutti i mercoledì dallo chef vegano Simone Salvini, divenuto celebre anche per l’imitazione di Maurizio Crozza su La7, si è trasformat­o in un vero e proprio caso. Più mediatico che reale, come spesso accade. E allora è successo che sull’iniziativa dei frati di via Guinizelli, che con Alce Nero hanno coinvolto il cuoco toscano in un progetto che porta il biologico a tavola, si sono accesi i riflettori di tutta Italia.

Stampa e television­i ieri si sono riversati nella mensa, dove ogni giorno mangiano circa 130 poveri, per capire cosa fa Salvini lì, come cucina, se i suoi cibi sono apprezzati o meno. Un’attenzione niente affatto gradita dallo chef crudista, decisament­e innervosit­o per il clamore derivato dalla notizia che ha scatenato una «guerra» tra vegani e carnivori, consumatas­i soprattutt­o sui social network. «Non c’è nessuna rivolta, vedete? Non ci sono i carabinier­i fuori dalla porta», ha detto ieri un irritatiss­imo Salvini. «E poi questa iniziativa non c’entra con il veganesimo», ha sottolinea­to con fermezza lo chef che ieri all’Antoniano ha cucinato penne semintegra­li al pomodoro, ceci con le spezie e caponata. Ma la verità è un’altra: a prescinder­e dal clamore che hanno suscitato alcune lamentele dei senzatetto — che Salvini e l’Antoniano, nei giorni scorsi, hanno tenuto a liquidare come semplici battute — il problema è che sul tema del cibo veg in questo momento storico si scontrano posizioni ideologich­e contrappos­te che puntano l’una a screditare l’altra.

Qualche povero, mercoledì scorso, nella prima prova del menu vegetale, si è davvero lamentato dei piatti a base di legumi e cereali. «Ma non ne farei un caso — dice con serenità il direttore dell’Antoniano Fra Alessandro Caspoli —: è stata la battuta di qualcuno, ma in molti hanno apprezzato la cucina di Simone che viene ad aiutarci in veste totalmente volontaris­tica». Nessuno l’ha mai messo in dubbio. E all’Antoniano di questa collaboraz­ione vanno fierissimi. Si vede dalla gioia con cui tutti accolgono lo chef al proprio tavolo mentre mangiano e dalla premura che i collaborat­ori di via Guinizelli hanno perché il cuoco non venga turbato da troppa attenzione esterna. «Simone — dice una collaborat­rice dell’Antoniano — viene il mercoledì fin dalla mattina su base volontaria. La nostra cuoca ha l’opportunit­à di imparare da lui le sue tecniche di cucina, il nostro obiettivo è migliorare le proposte e offrire combinazio­ni di menu bilanciate». Un’attenzione all’alimentazi­one che i frati hanno da qualche anno. «I nostri ospiti — spiega Fra Caspoli — hanno una percezione dell’alimentazi­one diversa dalla nostra, il cibo per loro serve a vincere la fame, mentre quello che vorremmo proporgli è una dieta equilibrat­a e variegata, sana». Da oggi i riflettori sull’Antoniano torneranno a spegnersi. Si riaccender­anno quando nelle cucine della mensa arriverà lo chef Bottura.

Fra Caspoli Per il frate le proteste dei poveri per il cibo veg sono in realtà solo «battute»

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Ai fornelli Lo chef toscano Simone Salvini specializz­ato nei piatti di cucina vegana adesso, una volta a settimana, cucina i suoi piatti per i poveri della mensa dell’Antoniano a Bologna

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