Salvini tra i flash Il menu vegano diventa un caso
Telecamere e flash da mezza Italia all’Antoniano per il pranzo dello chef Salvini. I frati: «Vogliamo proporre cibi sani»
Il pranzo vegetariano per i poveri alla mensa dei frati dell’Antoniano, cucinato tutti i mercoledì dallo chef vegano Simone Salvini, divenuto celebre anche per l’imitazione di Maurizio Crozza su La7, si è trasformato in un vero e proprio caso. Più mediatico che reale, come spesso accade. E allora è successo che sull’iniziativa dei frati di via Guinizelli, che con Alce Nero hanno coinvolto il cuoco toscano in un progetto che porta il biologico a tavola, si sono accesi i riflettori di tutta Italia.
Stampa e televisioni ieri si sono riversati nella mensa, dove ogni giorno mangiano circa 130 poveri, per capire cosa fa Salvini lì, come cucina, se i suoi cibi sono apprezzati o meno. Un’attenzione niente affatto gradita dallo chef crudista, decisamente innervosito per il clamore derivato dalla notizia che ha scatenato una «guerra» tra vegani e carnivori, consumatasi soprattutto sui social network. «Non c’è nessuna rivolta, vedete? Non ci sono i carabinieri fuori dalla porta», ha detto ieri un irritatissimo Salvini. «E poi questa iniziativa non c’entra con il veganesimo», ha sottolineato con fermezza lo chef che ieri all’Antoniano ha cucinato penne semintegrali al pomodoro, ceci con le spezie e caponata. Ma la verità è un’altra: a prescindere dal clamore che hanno suscitato alcune lamentele dei senzatetto — che Salvini e l’Antoniano, nei giorni scorsi, hanno tenuto a liquidare come semplici battute — il problema è che sul tema del cibo veg in questo momento storico si scontrano posizioni ideologiche contrapposte che puntano l’una a screditare l’altra.
Qualche povero, mercoledì scorso, nella prima prova del menu vegetale, si è davvero lamentato dei piatti a base di legumi e cereali. «Ma non ne farei un caso — dice con serenità il direttore dell’Antoniano Fra Alessandro Caspoli —: è stata la battuta di qualcuno, ma in molti hanno apprezzato la cucina di Simone che viene ad aiutarci in veste totalmente volontaristica». Nessuno l’ha mai messo in dubbio. E all’Antoniano di questa collaborazione vanno fierissimi. Si vede dalla gioia con cui tutti accolgono lo chef al proprio tavolo mentre mangiano e dalla premura che i collaboratori di via Guinizelli hanno perché il cuoco non venga turbato da troppa attenzione esterna. «Simone — dice una collaboratrice dell’Antoniano — viene il mercoledì fin dalla mattina su base volontaria. La nostra cuoca ha l’opportunità di imparare da lui le sue tecniche di cucina, il nostro obiettivo è migliorare le proposte e offrire combinazioni di menu bilanciate». Un’attenzione all’alimentazione che i frati hanno da qualche anno. «I nostri ospiti — spiega Fra Caspoli — hanno una percezione dell’alimentazione diversa dalla nostra, il cibo per loro serve a vincere la fame, mentre quello che vorremmo proporgli è una dieta equilibrata e variegata, sana». Da oggi i riflettori sull’Antoniano torneranno a spegnersi. Si riaccenderanno quando nelle cucine della mensa arriverà lo chef Bottura.
Fra Caspoli Per il frate le proteste dei poveri per il cibo veg sono in realtà solo «battute»