Solo per la metà dei laureati la tesi è servita a trovare lavoro
Non sempre ciò che si studia all’Università è utile poi sul posto di lavoro. Anzi, la laurea è servita a meno della metà degli universitari. A certificarlo è il Consorzio AlmaLaurea, che ieri ha diffuso i risultati della consueta indagine sulla condizione occupazionale dei laureati dell’Alma Mater.
Se si guarda l’utilità della laurea, sono solo 46 laureati triennali su 100 che considerano il titolo efficace per la propria occupazione a un anno dalla tesi. La cosa non migliora se si sale di livello. La tesi serve per il 45% dei laureati magistrali a un anno dalla fine degli studi, quota che sale al 49% dopo tre anni e al 51% dopo 5.
Lo studio di AlmaLaurea ha riguardato nel complesso 29.366 studenti e in particolare è stata analizzata la condizione dei laureati triennali a un anno dal titolo e dei magistrali biennali a uno, tre e cinque anni dalla laurea. Per quanto riguarda gli universitari con titolo di primo livello, il 54% prosegue gli studi. Tra chi invece sceglie di non iscriversi a un corso magistrale, il tasso di occupazione è del 70%, mentre quello di disoccupazione è al 19%. Il 37% degli occupati può contare su un lavoro stabile e il guadagno è in media di 1.092 euro mensili netti. Per i laureati magistrali, a un anno dalla tesi ha un lavoro il 73%, mentre il tasso di disoccupazione è al 18% (si scende al 7% un lustro dopo). Ha un lavoro stabile il 27%, ma si passa al 49% dopo tre anni e al 66% dopo cinque. Il guadagno medio sale da 1.100 a 1.386 euro mensili nel giro di 5 anni.
Il 79% dei laureati lavora nel settore privato, il 15% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (6%). L’ambito dei servizi assorbe il 76%, mentre l’industria accoglie il 22% degli occupati. Nel complesso, però, gli studenti dell’Ateneo di Bologna sono soddisfatti del loro percorso di studi: il 71% confermerebbe la scelta sia del corso di laurea sia dell’Università.