Caos rifiuti a Ravenna La Finanza da Hera: nel mirino gli appalti
La Guardia di Finanza torna negli uffici di Hera. La Procura di Bologna ha disposto l’acquisizione di nuova documentazione che riguarda ancora una volta l’appalto già sotto inchiesta da 89 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti a Bologna e provincia.
Le nuove carte finite nel fascicolo per turbativa d’asta aperto a gennaio dal pm Morena Plazzi, riguardano il ruolo della società Aimeri Ambiente. L’azienda è finita sotto la lente di ingrandimento di due Procure: quella di Bologna e quella di Ravenna. Nel Comune romagnolo, infatti, la società si è aggiudicata, come capofila del consorzio Ambiente 2.0, la raccolta rifiuti in tutta la provincia per 41 milioni di euro. Ma proprio a Ravenna nelle ultime settimane cassonetti stracolmi e immondizia ai lati delle strade sono diventati all’ordine del giorno. Tanto che il pm Alessandro Mancini ha aperto un fascicolo per interruzione di pubblico servizio, per ora contro ignoti. I disagi sono iniziati in concomitanza con l’arrivo del nuovo gestore. I carabinieri del reparto operativo della città romagnola sono stati ieri mattina nelle sedi di Comune e Provincia e negli uffici Hera di Bologna e Ravenna, per acquisire le carte che riguardano quell’appalto.
Contemporaneamente, anche la Procura di Bologna ha inviato la Guardia di Finanza in viale Berti Pichat, perché Aimeri Ambiente era l’unica azienda ad aver partecipato alla gara per il mega appalto da 89 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti nel Bolognese, aggiudicato poi dalla coop Brodolini. L’ipotesi sui cui indaga il pm Morena Plazzi è che quel bando sia stato «cucito addosso» all’azienda ferrarese, tanto da tagliare fuori altre società private. Solo la Aimeri, oltre a Brodolini, si era presentata alla gara scaduta a luglio 2015 ma presentando una busta vuota, senza offerta. La Procura di Bologna vuole ora verificare come si siano svolte le procedure per l’appalto in Romagna confrontandole con quelle del Bolognese, visto che la società che ha vinto l’appalto a Ravenna è la stessa Aimeri che a Bologna aveva presentato un’offerta nulla. Per ora non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati.
Sull’appalto di Ravenna, inoltre, è pendente un ricorso al Tar, presentato dal vecchio gestore della raccolta rifiuti.