La lezione di vita di Stevie Kim ai giovani manager
La guru coreana di Vinitaly parla alla Business School: «Accettate il lavoro e siate voi stessi»
Un po’ come fece Steve Jobs a Stanford nel 2005, ieri a tenere il discorso di fine anno per i ragazzi della Business School of Bologna (Bsb), c’era Stevie Kim, la managing director di Vinitaly international. Spesso è stata etichettata come la pusher del made in Italy, ma oggi in realtà è a tutti gli effetti un’ambasciatrice del vino italiano nel resto del mondo. La sua storia nasce in Corea, il suo paese d’origine, continua in America e termina a Verona, dove è arrivata 28 anni fa. Da qui il titolo del suo discorso: «Italy, China and America: The Love Triangle».
«Quando mi hanno chiesto di parlare a questa cerimonia ho pensato di dirvi sei cose. Quelle che nessuno mi ha detto quando mi sono laureata» racconta Kim. Una delle prime difficoltà che ha dovuto affrontare quando ha deciso di entrare nell’enologia, dopo un passato da consulente e dopo aver aperto una piccola casa editrice, è stata farsi accettare. «Siate autentici, cercate di essere sempre voi stessi e utilizzate le differenze degli altri come valore aggiunto — spiega — Nessuno all’inizio mi ha dato credito: tutti vedevano solo un’asiatica che non sapeva niente di vino e che voleva lavorare nel made in Italy, nulla di più». Nel corso del tempo però Kim, che aggiunge di non essere mai stata una studentessa modello, è riuscita ad arrivare al vertice. Oggi è conosciutissima in tutto il mondo, e da poco ha creato due nuovi premi di Vinitaly International per i vini naturali.
«Il primo lavoro che troverete dopo la laurea — mette in guardia i ragazzi — non sarà mai quello dei sogni, ma voi accettatelo. Anche se dovete fare solo delle fotocopie. Siate umili e non siate ossessionati dai titoli professionali». La buona occasione richiede pazienza, un po’ come è successo a lei. Quando ha messo piede in Italia, pur essendo molto preparata, non riusciva a trovare lavoro, e arrivò al punto di ritirarsi dal mercato. Un giorno però decise di provare ad avviare un’attività tutta sua e nel 2007, in piena crisi, aprì un fondo d’investimenti per il settore vinicolo. Da lì iniziò la sua storia con Vinitaly. Alla cerimonia in Santa Lucia c’erano, oltre a Max Bergami direttore della Bbs, anche Romano Prodi, il rettore Francesco Ubertini, Stefano Domenicali, amministratore delegato di Lamborghini Auto, e Luca Garavoglia, presidente del Gruppo Campari.