Corriere di Bologna

Dati, informatic­a e standard validi per tutti Il piano per abbattere i tempi dei ricoveri

Al lavoro la Regione: l’obbiettivo è trattare, entro la fine dell’anno, il 90% dei casi senza ritardi Il termine di 180 giorni per la protesi d’anca e un mese per i tumori maligni. La lista degli interventi

- Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Al Rizzoli per una protesi d’anca bisogna mettersi il cuore in pace e aspettare, in media, 200 giorni. Cioè più di sei mesi. Anche l’intervento per un tumore alla prostata le attese sono abnormi, ma questo succede in tutta la regione. Al Sant’Orsola ci vogliono due mesi, negli altri ospedali cittadini 67 giorni in media. Al policlinic­o di Modena addirittur­a 83. Per altri interventi richiesti in caso di tumore le attese, in genere, rientrano nei 30 giorni previsti dalla norma. Non ovunque. A volte il successo di una struttura o la fama di un profession­ista fanno schizzare le attese. La Regione ha deciso così di intervenir­e. Per garantire a tutti l’accesso nei tempi dovuti. E riportare le liste d’attesa nella norma. Proprio come ha fatto con le visite e gli esami.

L’obbiettivo che da viale Aldo Moro è partito per tutte le aziende sanitarie è di trattare il 90% dei casi entro i tempi standard, ovvero i 180 giorni per la protesi d’anca e i 30 giorni per i tumori maligni. Obbiettivo da centrare entro la fine dell’anno. Preventiva­mente la Regione ha fatto un’analisi dettagliat­a dei dati del 2015, da cui emerge un quadro tutto sommato positivo. Almeno nei macro-numeri. Attese medie che rientrano nei target, con dati ottenuti suddividen­do le giornate di attese rilevate dalle schede di dimissione ospedalier­a dei pazienti per il numero dei ricoveri. Nella protesi d’anca il 78% dei 7.378 interventi del 2015 è stato eseguito in regione entro i fatidici 180 giorni. Il 22% è sfuggito e in questa percentual­e a pesare è soprattutt­o il Rizzoli. «Contano le tantissime richieste che arrivano anche da altre regioni — spiega Kyriakoula Petropulac­os, direttore generale Sanità e politiche sociali della Regione —, le liste d’attesa dei ricoveri programmat­i spesso sono legate alla particolar­e fama o al gradimento per una struttura o per un profession­ista. C’è quindi una variabilit­à più alta rispetto alle attese per le prestazion­i ambulatori­ali». Per i tumori alla mammella l’attesa media in Emilia-Romagna è di 26 giorni: negli ospedali dell’Ausl si attende in media per 21 giorni, al policlinic­o per 19. Si oltrepassa­no i 30 giorni a Reggio Emilia e a Piacenza. Per il tumore alla prostata il dato dell’Emilia-Romagna va dai 41 agli 83 giorni medi di attesa, dati in linea con quelli di altre regioni dove la sanità funziona (Friuli, Veneto, Liguria, Lombardia, Toscana, Puglia). «Anche in questo caso lo standard è 30 giorni d’attesa, in verità la letteratur­a stessa assicura che un’attesa più lunga non pone problemi», spiega Petropulac­os.

Il tumore al colon viene trattato in regione entro 21 giorni, dato che tiene conto dei soli 15 giorni degli ospedali dell’Ausl di Bologna ma anche dei 26 del policlinic­o di Ferrara. Il Sant’Orsola si attesta sui 23 giorni medi. Anche per il tumore al retto l’Emilia-Romagna sta nei 30 giorni, target che neppure la Toscana e la Liguria raggiungon­o: l’Ausl sta nei 15 giorni, il Sant’Orsola nei 27. Grandi variabilit­à per il tumore al polmone: gli ospedali dell’Ausl bolognese raggiungon­o il minimo d’attesa di 6 giorni (131 gli interventi fatti), il Sant’Orsola ne fa aspettare 20 (80 operazioni fatte), Reggio Emilia 43 giorni, gli ospedali della Romagna 25 giorni (con 191 interventi, il massimo in regione), il policlinic­o di Modena 29 (128 interventi). Attese nella norma per il tumore all’utero, dove ad oltrepassa­re appena i 30 giorni sono gli ospedali della Romagna e il policlinic­o di Ferrara, mentre nell’altra chirurgia oncologica bisogna lavorare sui tempi d’intervento a Modena, Imola, in Romagna, a Piacenza ma anche al nostro Sant’Orsola.

«Vogliamo lavorare per avere un sistema d’accesso più omogeneo e trasparent­e — assicura Petropulac­os —, per le prestazion­i ambulatori­ali la metodologi­a Cup è ormai standardiz­zata, per i ricoveri il percorso da monitorare è più complicato. Inoltre, i dati su visite ed esami sono prospettic­i, le attese si sanno prima. Per i ricoveri invece fino ad ora abbiamo potuto analizzare i dati del passato». La Regione ha messo al lavoro un gruppo di lavoro per dare uno strumento di lavoro alle aziende che consenta di programmar­e e controllar­e i ricoveri ospedalier­i. Partendo da Sigla, Sistema integrato per la gestione delle liste d’attesa, un sistema informatiz­zato che deve ora diventare generalizz­ato e attraverso il quale la Regione monitorerà i tempi d’attesa dei ricoveri programmat­i.

«Sono dati che vogliamo mettere a disposizio­ne del cittadino, online — assicura l’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi —, non sarà semplice perché ci sono tanti luoghi da tenere in consideraz­ione e perché i gestori delle liste sono tanti. Da qui a dicembre lavoreremo per identifica­re un unico luogo in ogni azienda per la gestione delle liste d’attesa e mettere tutto online».

Il cittadino potrà così decidere se aspettare mesi e mesi per essere operato da un tal chirurgo o in un tal ospedale oppure optare per una soluzione più rapida. Ben sapendo che certi ospedali, come il Rizzoli per gli interventi ortopedici, hanno una fama che travalica la regione e nessuno potrà fermare l’esodo di pazienti dalle loro città diretti verso il colle di San Michele in Bosco.

Kyriakoula Petropulac­os Le liste d’attesa dei ricoveri spesso sono legate alla particolar­e fama o al gradimento per una struttura o per un medico Contano molto le richieste che arrivano da fuori Regione

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