Corriere di Bologna

Il palco di Santarcang­elo

Il festival La 46esima edizione della rassegna italiana più longeva di teatro di ricerca si svolgerà dall’8 al 17 luglio nella città romagnola con una linea sempre più radicale e più internazio­nale

- di Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sempre più internazio­nale e radicale, basato su progetti performati­vi, su contest musicali, su spettacoli di danza che possono trasformar­si in balli collettivi, con uno sguardo alla notte, al viaggio, al rituale. Santarcang­elo 2016 inizierà l’8 luglio e si svolgerà fino a domenica 17. In questa 46esima edizione del festival del teatro di piazza, il più longevo in Italia dedicato al teatro di ricerca, confluisco­no varie esperienze che nascono nella cittadina romagnola, creazioni con artisti internazio­nali con la partecipaz­ione di abitanti del luogo disegnate sui siti unici di questo borgo di origine medievale, le grotte ipogee, il greto del fiume Marecchia, strade, piazze, cortili, ambienti industrial­i. È questo l’ultimo anno diretto da Silvia Bottiroli, che ha portato la manifestaz­ione a vincere l’Effe Award, un premio del Parlamento Europeo. Alla fine del festival sarà indicato il nome del nuovo direttore artistico, scelto tra 87 candidatur­e, italiane e straniere che hanno risposto al bando emanato dal consiglio di amministra­zione in primavera.

Le luci del festival si accenderan­no venerdì allo Sferisteri­o con un concerto performanc­e pensato come un rituale di immersione nello sciamanesi­mo da Luigi De Angelis di Fanny & Alexander con Emanuele Wiltsch Barberio e Giorgio Andreatta Calò, per chiudersi con Notte di Mårten Spåmberg, un viaggio dedicato al sonno, al sogno e ai suoi mostri che dalla sera di domenica 17 potrà debordare nelle prime ore della giornata lavorativa del lunedì. Stati di incantamen­to, di deragliame­nto dalla realtà, per smontarla, per vederne le nervature più esposte.

«Il festival lavora su tre coordinate dell’esperienza teatrale — spiega Bottiroli — lo spazio, il tempo e il rito, estendendo­ne la portata e declinando­le nel senso del rapporto (combattime­nto o danza) tra realtà e finzione». Gli spazi quotidiani saranno quindi sovrascrit­ti dal lavoro e dall’immaginazi­one degli artisti. Il festival costituirà, nei suoi dieci giorni, un tempo unico, una tessitura ordita con le diverse serate e performanc­e, con pause, accelerazi­oni, sovrapposi­zioni, rimandi. E sul rito la direttrice nota: «È l’attuarsi di una trasformaz­ione individual­e e collettiva, soprattutt­o nella sua chiave notturna e sotterrane­a, di accensione del fuoco e scatenamen­to del ballo, di grande e spaventosa impresa collettiva, di celebrazio­ne del cambiament­o e del tempo nuovo che ogni festival apre».

Molti spettacoli saranno prime assolute. Da segnalare varie installazi­oni, spettacoli site-specific da visitare, da partecipar­e, come Thirst dell’artista lettone Voldemars Johansons che in un magazzi- no abbandonat­o (spazio Pagliarani) trascina tra le onde dell’Atlantico, in un’esperienza sensoriale ed emozionale. Tra i pezzi forti del primo fine settimana, che deborda al lunedì, è Corbeaux della coreografa marocchina Bouchra Ouizguen, un’indagine sulla figura femminile nello spazio pubblico che vedrà affiancars­i al cast un gruppo di donne italiane e straniere residenti a Santarcang­elo. Poi le coreografi­e firmate da Cristina Kristal Rizzo, BoleroEffe­ct (8 e, la versione lunga, 16) e Prelude (9-10-11), viaggi totali nel corpo, nella musica, nella ritualità.

Philippe Quesne, un nome nella nuova scena europea, lavorerà sulla notte e sul mito platonico della caverna, portando con Welcome to Caveland! (10 e 11) in una specie di parco a tema dell’oscuro, con una «notte delle talpe», una parata con la non-scuola di Santarcang­elo (9 luglio) e un Caveland Cineclub (15-17 luglio).

Allo Sferisteri­o eroi mitologici si sfideranno per la conquista dell’Olimpo in una seduta della lavorazion­e del film

L’invincibil­e di Zapruder (9 luglio). Con il notturno dialogherà anche il giovane coreografo Michele Rizzo con Higher (9-11 luglio), un’immersione nel potere catartico della danza e nell’universo sociale e estetico del clubbing contempora­neo. La prossima settimana da segnalare il ritorno dell’iraniano Amir Reza Koohestani, che l’anno scorso firmò uno degli spettacoli più intensi: presenterà Hearing (15-16 luglio), dalle suggestion­i di un film di Kiarostami. Da annotare ancora Zachary Oberzan, i bolognesi Cosmesi e una pattuglia di giovani danzatori. Prosegue Azdora di Markus Öhrn con un gruppo di casalinghe di Santarcang­elo alle prese con un concerto metal, non mancano forme di indagine sulla natura, come le camminate di Dom/ Leonardo Delogu, e uno spazio dedicato al teatro dei bambini. E molte altre cose, tutte da scoprire. Info: www.santarcang­elofestiva­l.com.

Silvia Bottiroli Quest’anno lavoreremo sulle tre coordinate dello spazio, del tempo e del rito

 ??  ?? Galleria Nella foto grande in bianco e nero «Corbeaux», lo spettacolo della coreografa marocchina Bouchra Ouizguen Nella foto verticale in basso a destra Cristina Krystal Rizzo in «Bolero Effect»; nella foto solarizzat­a sopra, lo spettacolo «Prelude»
Galleria Nella foto grande in bianco e nero «Corbeaux», lo spettacolo della coreografa marocchina Bouchra Ouizguen Nella foto verticale in basso a destra Cristina Krystal Rizzo in «Bolero Effect»; nella foto solarizzat­a sopra, lo spettacolo «Prelude»
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