Corriere di Bologna

UN DIBATTITO NECESSARIO

- di Nicola Lugaresi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La minaccia del docente bolognese di «lasciar copiare» i propri studenti per protesta contro lo scarso interesse nel combattere i fenomeni di plagio nell’ateneo ha aperto un dibattito in tema di etica universita­ria. L’attenzione mediatica si è spostata spesso dal problema generale (le differenze di trattament­o nel punire certi comportame­nti) a un problema particolar­e (la modalità della provocazio­ne). La questione generale merita forse un approfondi­mento

Circa un anno fa, nell’ambito della selezione pubblica per la nomina del consiglio direttivo dell’Anvur (Agenzia di valutazion­e del sistema accademico nazionale), uno degli aspiranti commissari riprodusse, nell’elaborato programmat­ico richiesto dal bando, brani di altri autori, senza citare o virgoletta­re. Della vicenda si occuparono diversi mezzi di informazio­ne, chiedendos­i se fosse il caso di procedere alla nomina. Il ministero andò avanti, non riscontran­do né impediment­i giuridici né motivazion­i deontologi­che contrarie. In un’intervista a OggiScienz­a, il presidente dell’Anvur affermò che «i plagi si fanno negli articoli scientific­i pubblicati», mentre «il documento in questione è privato, non è una pubblicazi­one scientific­a». Sostenere che il documento in questione sia un atto privato è un’interpreta­zione molto discutibil­e (anzi, a mio avviso proprio errata), trattandos­i di atto richiesto nell’ambito di una selezione pubblica di accesso a una carica pubblica, conclusa con decreto del presidente della Repubblica vistato dalla Corte dei Conti. Di fatto, quel documento, ha contribuit­o alla scelta di quel candidato, a meno di non voler sostenere che la valutazion­e dell’elaborato fosse ininfluent­e, il che aprirebbe ulteriori problemati­che, anche più delicate. Diverso è affermare che tale documento non sia una pubblicazi­one scientific­a: non si può non concordare. Seguendo la stessa linea, però, i plagi non possono riscontrar­si nemmeno nei compiti degli studenti o nelle loro tesi: non sono infatti pubblicazi­oni scientific­he. Eppure, gli studenti vengono sanzionati in caso di «copiatura».

Ecco, su tali aspetti di etica universita­ria, sulle differenze di trattament­o, su certe interpreta­zioni, sulle conseguenz­e di eventuali violazioni, al di là del ruolo (ma aspettando­si di più da chi è più in alto e ha più esperienza), forse sarebbe il caso di interrogar­si maggiormen­te, senza cercare di giocare con le parole. Una «copiatura» potrà non essere, tecnicamen­te, plagio, ma non per questo il suo disvalore svanisce. O svanisce solo per qualcuno.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy