Corriere di Bologna

Lo strappo di Federico e le tentazioni del Pd «Adesso il quadro politico è cambiato»

- Olivio Romanini @olivioroma­nini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per usare le parole di Emma Petitti, esponente Pd e assessore al Bilancio del governator­e Stefano Bonaccini, l’addio di Pizzarotti al movimento Cinque Stelle «è un fatto politico nuovo di cui tener conto». I puntini, come insegnava Steve Jobs, si possono unire solo alla fine, ma qualche indizio che porta a una (per ora) solo ipotetica convergenz­a tra Pd e Pizzarotti c’è. Il premier Matteo Renzi parlando del sindaco di Parma ha detto che «ha fatto cose buone». Pizzarotti, ad inizio anno, decise di andare a Modena alla festa per il primo anno di mandato del governator­e Bonaccini. Qualche mese dopo quando uscì la notizia di minacce di morte indirizzat­e a Pizzarotti, Bonaccini gli espresse pubblicame­nte vicinanza e solidariet­à. Sempre in quei giorni Pizzarotti decideva di far rientrare Parma nel patto di sindacato della multiutili­ty Iren, di cui fanno parte molti Comuni guidati da sindaci pd. Ieri, ma questo fa parte del gioco, i dirigenti dem hanno fatto a gara a difendere la scelta di libertà di Pizzarotti contro Grillo, che ha congedato il sindaco in modo «volgare e irrispetto­so» per usare le parole della parlamenta­re Sandra Zampa.

Ma lo scenario di una desistenza tra Pd e Pizzarotti ha anche molti ostacoli. Il più rilevante è la legittima volontà del Pd di Parma di presentars­i alle elezioni del prossimo anno con una proposta politica alternativ­a a quella di Pizzarotti. Il Pd regionale ha chiesto e ottenuto dai dirigenti parmigiani di tenere tutte le proposte di candidatur­e ferme fino al referendum costituzio­nale del 5 dicembre, perché è inutile fare programmi nel partito prima di questo appuntamen­to.

Chi vivrà vedrà, ma prima di scartare definitiva­mente l’ipotesi di un patto tra Pizzarotti e Pd è meglio aspettare. Il sindaco di Parma ha un suo consenso personale ma la storia recente insegna che chi è uscito dal Movimento non è poi andato da nessuna parte e quindi potrebbe essere interessat­o a cercare delle sponde. Resta poi il nodo di come si comporterà Renzi, sempre al netto del referendum. Tradiziona­lmente non interviene sulle scelte delle federazion­i locali, ma visto come è andata a Parma quattro anni fa e viste le possibili implicazio­ni nazionali di un’alleanza del genere non è escluso che il segretario possa più avanti dedicare al tema un supplement­o di riflession­e.

Zampa Grillo con lui è stato volgare e irrispetto­so Petitti Pizzarotti? Un fatto politico di cui tener conto

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