Corriere di Bologna

L’imbarazzo degli eletti che già lo rimpiangon­o «Un peccato sia finita così»

Regione in controtend­enza rispetto al gelo di Beppe

- Il lutto della senatrice Il profilo Facebook di Elisa Bulgarelli, vicina a Pizzarotti, ieri era listato a lutto Pierpaolo Velonà © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per 144 giorni — tanto è durata la «sospension­e» di Federico Pizzarotti dal M5S prima dell’addio — la gran parte dei grillini dell’Emilia-Romagna ha sperato in un finale diverso: nel «perdono» da parte di Grillo, in una telefonata di pace o in un qualsiasi contatto con il direttorio che sfociasse nella riammissio­ne del figliol prodigo. Nulla di tutto ciò. E così ieri, nel giorno dell’uscita di Pizzarotti dal Movimento, tra i 5 Stelle della regione prevale (ancora) lo sconcerto, con punte aguzze di dispiacere ben distanti dalla freddezza di Beppe Grillo che ha liquidato il sindaco con un glaciale: «Goditi 15 minuti di gloria».

«Pizza è Pizza», dice il deputato bolognese Matteo Dall’Osso, rispolvera­ndo il soprannome con cui il sindaco di Parma è conosciuto tra gli attivisti. «A Federico voglio bene nel senso vero del termine — prosegue Dall’Osso — mi dispiace davvero che sia finita così. Non conosco le logiche di chi amministra una città, immagino che abbia pesato la decisione di Federico di non fermare l’incenerito­re. Io penso che come sindaco avesse i poteri per bloccarlo, avrà avuto le sue buone ragioni».

Le parole di Dall’Osso rivelano un’opinione diffusa tra i 5 Stelle: e cioé che la riammissio­ne di Pizzarotti avrebbe giovato alla serenità del Movimento. Si tratta di un convincime­nto dettato in primo luogo da ragioni affettive (Capitan Pizza è pur sempre un militante della prima ora e, soprattutt­o, il primo sindaco grillino di una città capoluogo), ma anche da ragioni di opportunit­à politica: mentre infuria la bufera romana, un segnale di distension­e nell’Emilia storicamen­te tormentata da faide ed espulsioni avrebbe ricompatta­to le file dei grillini fornendo all’esterno l’immagine di un movimento più maturo.

La senatrice bolognese dei 5 Stelle Elisa Bulgarelli a maggio, nel giorno della sospension­e di Pizzarotti, aveva scritto: «Il Movimento muore un altro po’». Ieri, per tutto il giorno, la sua foto profilo su Facebook è apparsa listata a lutto. Molti altri eletti hanno spento i telefonini, preferendo non commentare. Qualcuno, come Mariano Gennari, sindaco grillino di Cattolica, che resta ora l’unico Comune amministra­to dai 5 Stelle in EmiliaRoma­gna, si sono affidati all’amarcord: «Lo dico da attivista, Pizzarotti per noi è stato un simbolo — dice Gennari — mi dispiace che Federico sia stato eletto in un altro periodo: oggi un sindaco a 5 Stelle non può sentirsi solo, abbiamo rapporti continui con i parlamenta­ri e con il direttorio. Auguro a Pizzarotti di andare avanti senza il M5S, di sicuro il Movimento andrà avanti senza Pizzarotti».

Il sindaco parmigiano ha accusato i cinque eletti in Regione di essere divisi da «faide interne», di aver scaricato l’ex consiglier­e Andrea Defrancesc­hi. Per questo appare comprensib­ilmente più fredda la consiglier­e regionale Raffaella Sensoli. «Quelle di Federico sono le parole di una persona esacerbata — dice Sensoli — su Defrancesc­hi ha detto delle inesattezz­e: a noi avrebbe fatto comodo una continuità con il lavoro precedente». Sullo sfondo resta in queste ore il capogruppo in Comune a Bologna Massimo Bugani, al quale Pizzarotti ha accennato (senza nominarlo) definendol­o «vassallo». Meno di un mese fa i parlamenta­ri bolognesi con in testa Bulgarelli avevano accusato Bugani di non coinvolger­e gli eletti a Roma nelle attività del Meetup. Ieri Dall’Osso, ha smorzato i toni: «Ho rivisto Bugani a Palermo: ci siamo riabbracci­ati».

Matteo Dall’Osso Pizza è Pizza, a Federico voglio bene nel senso vero del termine Mariano Gennari Federico per noi è stato un simbolo, gli auguro di andare avanti

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy