Corriere di Bologna

I FURBASTRI DEL CARTELLINO E CHI NON SI METTE IN MALATTIA

- Simona Poli, BOLOGNA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A volte leggo lettere di persone che scrivono di avere ricevuto un eccellente trattament­o in ospedale, o addirittur­a ringrazian­o i medici e gli infermieri. Capita sul giornale, ma anche nei social che oggi vanno tanto di moda. Il fatto può fare piacere a chi riceve gli elogi, ma io sono perplessa. Da un lato può volere dire che è un’eccezione, perché di solito si è trattati male o comunque non si è contenti del servizio, oppure che la gente non si accorge che per fortuna sono ancora tanti quelli che fanno il loro dovere, negli ospedali e in altri settori della vita di ogni giorno. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa lei, se pende più per la prima ipotesi o per la seconda. Gentile signora Poli, ho già avuto occasione di scrivere che l’Italia è tenuta a galla da milioni di formichine anonime che ogni giorno fanno il loro dovere, lavorano con impegno e si guadagnano — eccome se se lo guadagnano — uno stipendio. Ho affermato che la tengono a galla, e non per caso. Perché la barca è molto appesantit­a dai fannulloni, per cui è già faticoso impedire che affondi. Non c’è dubbio che ci sono i furbastri del cartellino, quelli che timbrano e vanno altrove (ovunque ma non in ufficio), oltre che i lavativi cronici. Sono i costruttor­i, in cattiva compagnia con altri grandi e piccoli furfanti, dell’immagine di malata cronica che l’Italia si porta addosso da troppo tempo. Anche gli sgarbati fanno da tara, concorrono ad appesantir­e la navigazion­e e tormentano la vita quotidiana del prossimo. Per nostra fortuna, tutto questo campionari­o è però in minoranza, anche se molto disturbant­e, tanto da indurre a giudizi sommari in cui si fa di ogni erba un fascio. La maggior parte è gente perbene, che non si mette in malattia per andare a vedere la partita, che sopporta due linee di febbre, che non si tira indietro davanti alle richieste e ai bisogni di chi espone le proprie necessità. Quindi, davanti ai ringraziam­enti per le buone cure ricevute, non mi stupisco più di tanto, soprattutt­o alle nostre latitudini sanitarie che non sono da paradiso terrestre ma restano invidiate da buona parte d’Italia. Aggiungo un pizzico di malizia: anche il fatto che, usando i social e le lettere al giornale per i ringraziam­enti, non ci sia spesa, aumenta il ricorso al sistema. Come con la posta elettronic­a e i tweet: essendo gratis, se ne fa largo uso e a volte anche abuso. Però attenzione, vale anche per l’opposto, ovvero sul fronte delle lamentele. Non costa niente pubblicizz­are il lamento, quindi via libera agli eccessi. Sta a noi giornalist­i cercare di capire quando la protesta, avendo una base sostanzial­e, diventa utile anche per la collettivi­tà in quanto spinge alla ricerca del rimedio. della camera da quanto è basso e si prosegue certe mattinate con un passaggio ogni 4 minuti. Se stai sentendo la radio, la tv o qualcosa al pc sei costretto a fare continue pause, idem se stai parlando al telefono. Non oso immaginare come deve essere la situazione per chi vive davvero a ridosso dell’aeroporto. Mentre sto scrivendo questa mail ne sono passati 5 sopra la mia testa. Quando ho trovato il volantino Cocompaer in buchetta, in cui si indicava un modo per protestare relativame­nte a questo disagio mi sono sentita meno sola.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy