Alberani, adesso è fatta Guiderà l’Acer (con il pieno di poteri)
Accordo tra Bologna e Imola per la nomina dell’ex segretario del sindacato, Cappello vice. I dubbi sui tempi
Il nuovo presidente dell’Acer, l’azienda provinciale di edilizia popolare, sarà Alessandro Alberani, l’ex segretario della Cisl che lo scorso ottobre ha concluso il suo mandato lungo 12 anni in via Milazzo. L’intesa di massima tra il sindaco di Bologna, Virginio Merola, il suo omologo imolese, Daniele Manca, e tutti gli altri primi cittadini della provincia è cosa fatta. Al nuovo presidente verranno affidate tutte le deleghe operative. Restano, però, da chiarire i tempi delle nuove nomine. Nell’ipotesi più «lunga» il nuovo cda si insedierà dopo l’approvazione del bilancio.
Il nuovo presidente dell’Acer, l’azienda provinciale di edilizia popolare, sarà Alessandro Alberani, l’ex segretario della Cisl che lo scorso ottobre ha concluso il suo mandato lungo 12 anni in via Milazzo. L’intesa di massima tra il sindaco di Bologna, Virginio Merola, il suo omologo imolese, Daniele Manca, e tutti gli altri primi cittadini della provincia è cosa fatta. Del resto della candidatura del sindacalista se ne parlava già nei giorni convulsi del ballottaggio che ha portato alla conferma di Merola. E in queste settimane il sindaco non ha voluto sentire ragioni di fronte alle perplessità di qualche collega dell’area metropolitana.
Alberani prenderà il posto del presidente uscente Claudio Felicani: spetterà a lui gestire, tra Bologna e provincia, un patrimonio immobiliare di 28.301 unità, di cui 19.706 alloggi, 4738 autorimesse, 382 locali vari, 381 negozi e 3.094 posti auto. Dovrebbero essere riconfermate, invece, le altre due consigliere uscenti (Chiara Caselgrandi e Carmela Cappello).
L’unico cambio riguarderà i ruoli, con i gradi di vicepresidente che andranno alla Cappello — osservando così il dogma della rappresentanza imolese — mentre Caselgrandi dovrebbe restare come consigliera. Resiste dunque il consiglio a tre e viene bocciata l’ipotesi di affidare la società a un amministratore unico. Rispetto al passato, però, dovrebbe essere rivista l’attribuzione delle deleghe dando più poteri al presidente.
Ad Alberani dovrebbero esse affidati i compiti di gestione e controllo della struttura e dell’organizzazione del lavoro. I compensi, a quanto hanno detto i sindaci, dovrebbero rimanere gli stessi: circa 80 mila euro per il presidente, 61 mila per la numero due e 57 mila per l’ultimo consigliere.
Restano, però, da chiarire i dubbi riguardo ai tempi delle nuove nomine. In Città metropolitana si valutano due pareri legali contrastanti. Secondo il primo, il nuovo consiglio dovrà entrare in funzione al massimo 45 giorni dopo la scadenza di quello passato, vale a dire entro la fine di gennaio. Per l’altro parere, invece, i tempi sono un po’ più lunghi (tra febbraio e marzo) e coincidono con l’approvazione del consuntivo dell’anno passato.
Il bilancio di previsione per il 2017, approvato lo scorso 16 dicembre, prevede un utile di esercizio da 281.611 euro — con un incremento di 176.498 euro rispetto al bilancio preventivo 2016 — mentre il valore della produzione dovrebbe superare i 75 milioni con una diminuzione dei costi di 641.199 euro.
Nei mesi che verranno l’azienda provinciale dell’edilizia pubblica dovrà prima di tutto licenziare il bando unico per la manutenzione del patrimonio. Un affare da diversi decine di milioni. Poi c’è il tema della nuova legge regionale che cancella le assegnazioni a vita e inserisce nuovi vincoli (la soglia Isee scesa a 24.016 e quella del patrimonio mobiliare prima inesistente a 49.000 euro) per mantenere il diritto alla permanenza.
Sulla rimodulazione delle tariffe, invece, è stato deciso un rinvio di un semestre per evitare il caos degli affitti. Ad Alberani, infine, i sindaci metropolitani hanno chiesto di ridurre i tempi per le assegnazioni delle case di edilizia pubblica e affrontare il tema delle occupazioni.
Nel 2017 bisognerà realizzare la gara per la manutenzione dell’intero patrimonio