Poco entusiasmo e troppi assenti Parte la riforma del Consiglio
Dopo lo sfogo di Venturi, la presidente dell’aula Guidone annuncia: «Via a un percorso di modifica»
Diversi colleghi di maggioranza e minoranza solidarizzano con Giulio Venturi («Non vado in Consiglio comunale perché è inutile»). Ma si corre ai ripari perché la presidente dell’aula, Luisa Guidone (foto) annuncia l’avvio di una riforma del regolamento del Consiglio comunale.
Anche ieri il consigliere comunale di Insieme Bologna Giulio Venturi non era nell’aula del Consiglio comunale, ma a Palazzo d’Accursio si comunque è parlato molto di lui e del suo sfogo al Corriere di Bologna («Non vado alle sedute del Consiglio comunale perché è come parlare a un convegno senza la platea, perdiamo del tempo») . Pur condannando le sue frequenti assenze, alcuni consiglieri di maggioranza e minoranza hanno solidarizzato con lui e condiviso il suo allarme sulla scarsa rilevanza del ruolo del consigliere comunale. Tanto che la presidente dell’assemblea, Luisa Guidone, ha scelto di rendere pubblica una decisione presa qualche settimana fa dalla riunione dei capigruppo di Palazzo d’Accursio. «L’idea — spiega Guidone — è quella di istituire una sottocommissione per l’avvio di un percorso di riforma del regolamento del Consiglio comunale che possa contribuire a migliorare la qualità dei rapporti e i meccanismi per l’esercizio delle rispettive prerogative».
Guidone ricorda a Venturi che il Consiglio «ha un ruolo fondamentale di indirizzo e di controllo nell’azione amministrativa» e lo invita ad essere più presente. Ma la decisione di un’autoriforma dell’aula di Palazzo d’Accursio dimostra indirettamente che il tema posto da Venturi ha un suo fondamento. «Si discute da anni di una riforma — dice il capogruppo dem, Claudio Mazzanti — e ora proveremo a farla». Dietro la poca rilevanza del consigliere di opposizione ci sono due ragioni, una istituzionale e una politica. Quella strutturale è legata alla riforma dell’elezione diretta dei sindaci nel ‘93, che ha funzionato così bene nell’attribuire onori ed oneri al primo cittadino e alla giunta che ha indirettamente svuotato di potere il Consiglio comunale. Quella politica è di natura contingente: se l’opposizione ha un leader e un agire comune può impensierire politicamente una maggioranza, se invece è il frutto di azioni solitarie di consiglieri spesso in contrasto tra loro è una manna per chi governa.
A portare in politica Venturi è stato l’ex candidato sindaco Manes Bernardini che, pur imbarazzato dalla vicenda, ha speso qualche parola in suo appoggio: «No a trasporti emotivi, ma serve un ripensamento del Consiglio comunale perché spesso i nostri ordini del giorno restano lettera morta». E anche il consigliere comunale dem Marco Lombardo invita a guardare più che al caso personale alla riflessione politica di Venturi: «Come rendere il Consiglio comunale un luogo effettivo di esercizio dei diritti e dei doveri di indirizzo e controllo, in capo ai consiglieri democraticamente eletti dai cittadini?». La domanda è proprio questa, perché si può discutere se il lavoro di un consigliere sia poco utile, non abbastanza utile o inutile, ma il punto è che c’è uno scarto evidente tra le aspirazioni dei consiglieri e quello che poi riescono a fare.
«Non credo che il lavoro del consigliere sia inutile — dice Marco Lisei, capogruppo di Forza Italia in Comune — ma che sia difficile, capisco però la frustrazione di un neoconsigliere. Noi siamo favorevoli ad una modifica del regolamento e a una revisione del futuro ma quello che serve è la volontà politica della giunta di ascoltare il Consiglio». Sul caso Venturi interviene anche il sindaco Virginio Merola e sceglie il registro dell’ironia: «Farò in modo da essere in Consiglio quando c’è Venturi, per rendere più utile la sua presenza».
Una sottocommissione studierà come migliorare rapporti e meccanismi a Palazzo