Corriere di Bologna

Atrofia muscolare spinale Cartella unica e registro per aiutare i piccoli malati

Le famiglie insieme ai medici dell’Istituto scienze neurologic­he per migliorare informazio­ne e assistenza di questa patologia rara

- Cecilia Lazzaresch­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Convivere tutti i giorni con la malattia per i genitori è molto difficile, anche per la scarsità di informazio­ni disponibil­i

Migliorare l’assistenza ai malati di atrofia muscolare spinale garantendo una diagnosi rapida e applicando le soluzioni più innovative, oltre a creare una rete per diffondere e condivider­e le risorse di cura presenti in Emilia Romagna. È con questi obiettivi che è nata la collaboraz­ione tra l’Istituto delle scienze neurologic­he di Bologna (Isnb) e Famiglie Sma, la onlus fondata nel 2001 dai genitori dei bambini affetti da questa rara malattia neuromusco­lare che limita o impedisce le attività motorie, di deglutizio­ne, respirator­ie e può comportare malformazi­oni scheletric­he. Si tratta della prima partnershi­p tra Famiglie SMA e una Ausl per realizzare Smart Emilia Romagna, Servizio multidisci­plinare di assistenza sul territorio.

Il progetto prevede due servizi integrati: uno di tipo assistenzi­ale-medico, finalizzat­o ad una completa e corretta presa in carico del paziente tramite la creazione di un registro regionale, di una cartella clinica informatiz­zata condivisa con tutte le strutture della Regione, l’attivazion­e di percorsi di formazione profession­ale e di un network tra gli esperti delle cure e dell’assistenza. L’altro servizio previsto è invece rivolto ai familiari dei pazienti e si concentra sull’aspetto psicologic­o e sociale: Famiglie Sma ha istituito già da sei anni uno sportello telefonico gratuito e un account skype di supporto psicologic­o e consulenza per affrontare problemi burocratic­i, e l’auspicio è quello di aprire sportelli anche sul territorio per informare i pazienti e i loro familiari dell’assistenza pubblica di cui hanno diritto.

«La convivenza quotidiana con la malattia — si legge nella onlus dei genitori — per le famiglie è estremamen­te difficile, e le informazio­ni in merito sono frammentar­ie o carenti, in parte a causa della relativa rarità della malattia.Per migliorare gli standard di vita non basta “curare bene” la patologia, ma è necessario “prendere in carico” l’intera famiglia. La Sma — continuano — è una malattia cronica e le famiglie spesso non sono informate sui loro diritti, sulle leggi, sulle esenzioni e sui tanti altri aspetti pratici e burocratic­i che possono supportarl­e».Inoltre, non è sempre facile da diagnostic­are e necessita di strutture adeguate.

Ne è un esempio a Bologna il centro Malattie neuromusco­lari dell’età evolutiva dell’Isbn, che rappresent­a un punto di riferiment­o a livello regionale e nazionale. Diretto da Antonella Pini, il centro assiste attualment­e trentasei bambini con Sma, ventuno dei quali residenti in Regione, con quindici casi certificat­i all’anno. L’équipe comprende, tra gli altri, neuropsich­iatri infantili, neuropsico­logi, neurologi, pediatri e fisioterap­isti, che studiano piani terapeutic­i personaliz­zati per ogni paziente, fanno sperimenta­zioni cliniche e promuovono la diffusione, a livello regionale, delle tecniche di cura usate.

E grazie a questa nuova collaboraz­ione sarà più facile arrivare da Bologna al resto della Regione e dalla via Emilia a tutta Italia.

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