Il Bologna segna solo alle derelitte Così c’è poco da stare allegri
Attacco fermo, Destro inesistente. Dzemaili: «Più cattiveria». Saputo: «Non faccio promesse a caso...»
Il Bologna sta pericolosamente diventando la squadra dei «clean sheet» al contrario: in Premier League si usa questo termine (foglio pulito, traducendo letteralmente) per segnalare la squadra — e il portiere — che non hanno subito gol nel corso di una gara, in serie A i rossoblù stanno concedendo con preoccupante regolarità il clean sheet alle loro avversarie. Sono ben sei partite nelle ultime otto di campionato quelle in cui la squadra di Donadoni è rimasta a secco di gol: Fiorentina, Roma, Atalanta, Udinese, Empoli e Juventus. In mezzo a questa abulica striscia, due partite da tre reti a segno contro Palermo (3-1) e Pescara (0-3, in trasferta), due delle tre «derelitte» ancorate al fondo della classifica.
Da una parte si può sorridere pensando che la prossima partita sarà contro la terza squadra che naviga nei bassifondi, il Crotone, ma dall’altra questo testimonia che i rossoblù negli ultimi due mesi e mezzo hanno segnato solo contro le squadre universalmente riconosciute come fuori categoria in negativo, protagoniste di un campionato da 20 punti finali in proiezione (e meno male, visto l’andazzo rossoblù).
Il bottino offensivo è di 17 gol in 18 partite giocate, sotto la già modesta soglia di una rete a gara: un rendimento che non può essere spiegato solo con la pur decisiva assenza di Simone Verdi, infortunatosi — guarda caso — proprio nella partita contro la Fiorentina che ha dato vita alla serie di clean sheet avversari. Sul banco degli imputati c’è finito Destro — fermo a 4 gol, in versione ectoplasma a Torino e sempre meno leader — ma con il passare delle giornate sta deludendo sempre più anche Krejci e pesa l’assenza di vere alternative, tra un Floccari partente, Mounier fuori dai piani e Sadiq in infermeria da sempre.
Questione di valori tecnici ma anche di atteggiamento e convinzione, come ha sottolineato Dzemaili nel postpartita di Torino: «Non riusciamo mai a dare fastidio alle grandi e questo mi scoccia. Io credo in questi ragazzi, ma dobbiamo crescere e ci vuole più cattiveria: è la testa di un giocatore che fa la carriera». Perdere si può, ma non come il Bologna visto allo Stadium bianconero.
Al momento il quadro è decisamente grigio e a dare una mano di rosa ci ha provato il chairman Joey Saputo in un’intervista alla Rai: «Io sono tra- sparente nel lavoro, non dico una cosa se non penso di poterla fare. Ho detto ai tifosi che voglio riportare in alto la squadra, ai livelli che competono la sua storia: un giorno i grandi giocatori vorranno venire qui». Parole chiare, da parte di chi fin qui ha mantenuto tutte le promesse fatte: la miglior notizia possibile, in un momento in cui la squadra segna col contagocce e sembra destinata ad una stagione di totale anonimato.