Nel testo di Aldrovandi il profugo è europeo
Stasera a Teatri di Vita lo spettacolo del giovane autore
Una decina di anni fa sarebbe sembrato solo un desiderio per un futuro auspicabile. Nei convegni sulla drammaturgia si parlava di vari, bravi scrittori, giovani e meno giovani, che vedevano i loro testi in scena come in una specie di sogno. Erano segnalati ai concorsi, li vincevano, ma poi non venivano rappresentati. Da qualche anno la situazione sembra diversa: un autore di teatro come Stefano Massini è ormai presente in tutto il mondo e anche altri più giovani con sempre maggiore frequenza trovano la via del palcoscenico. È il caso di Emanuele Aldrovandi, nato a Reggio Emilia nel 1985, rappresentato in apertura di stagione con Allarmi! — una produzione Ert dell’Arena del Sole, un testo sui fascismi rinascenti dal tono grottesco —, in scena da stasera al 26 (oggi ore 21, domani ore 20, domenica ore 17) a Teatri di Vita con Scusate se non siamo
morti in mare, una pièce arrivata in finale al Premio Riccione e al Premio Scenario. Si può vedere nella sala di via Emilia Ponente 485 nell’allestimento della compagnia MaMiMò con Luz Beatriz Lattanzi, Marcello Mocchi, Matthieu Pastore, Daniele Pitari e la regia di Pablo Solari, una produzione della Corte Ospitale di Rubiera, attivissima sul fronte del sostegno al nuovo teatro. Il testo conserva lo stile di Aldrovandi, tutto giocato sulla cronaca e sui misfatti dei nostri tempi con un graffio che tende sempre al rovesciamento, alla caratterizzazione forte come strada per un approfondimento non banalmente giornalistico. Scusate se non siamo morti in mare mostra un gruppo di migranti che traversano il mare in un container. E fin qui niente di nuovo. Non insiste però, come molti spettacoli, sull’attualità e neppure sul «ricordatevi di quando eravate voi ad andare a lavorare all’estero». Proietta la storia in un futuro in cui siamo noi europei a scappare, a dover cercare terre più ospitali per sopravvivere a una crisi divenuta esasperante e distruttiva. Una ragazza, di origini africane ma europea di seconda generazione, Bella, un personaggio definito Alto, un altro, Robusto, e lo scafista Morbido sono i personaggi di una storia che evade dai luoghi comuni. Scappano oltre oceano, si scoprirà, ognuno per un motivo differente, credendo, ciascuno, di arrivare in un luogo diverso. Si scatenano dinamiche da reclusione, assistiamo a un naufragio e a un fosco finale a sorpresa, che mette alla prova ogni personaggio, ogni carattere, e pone, sempre con un ghigno un po’ beffardo, questioni importanti a noi che guardiamo.
Panariello Ognuno c’è con il suo apporto: io con i miei personaggi maturati nel tempo, Leonardo con le sue battute e le improvvisa zioni, Carlo spalla ideale, tra Baudo e Arbore Conti Dovrò presentare altri Festival di Sanremo? No, no Io sogno di comprare un piccolo peschereccio e di mettermi a pescare Non è male, credetemi