Corriere di Bologna

MEGLIO COMPETERE SENZA AVER PAURA

- di Gianfranco Pasquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Paura? Paura della democrazia, della competizio­ne, della contendibi­lità? Davvero a Bologna bisognereb­be fare un congresso «unitario» per «eleggere» il segretario del partito locale? Naturalmen­te, non sarebbe più un’elezione, ma una designazio­ne a opera di qualche notabile, tipo Merola, tipo De Maria, non so se riesco a scrivere Paruolo, «notabile» pure lui? Quanto a «unitario», vuol dire che si mettono d’accordo, ma non intorno a un caminetto che, se lo viene a sapere, Renzi sbraiterà contro la vecchia politica, la Prima Repubblica, la ditta. Non è stagione di caminetti, meglio un camper di craxiana memoria, oppure, buttiamola sull’istituzion­ale: nell’ufficio del sindaco giungerann­o a un accordo. Ma non ci avevano detto che uno dei pregi del Pd è che le sue cariche sarebbero diventate tutte contendibi­li? Poi, è vero che persino un veltronian-renziano, ora alla ricerca ditornare nella pista parlamenta­re, è stato fatto fuori dalle parlamenta­ri manipolate del dicembre 2012, ma almeno una parvenza di contendibi­lità dovrà pure rimanere. Invece, no. Di politica alla Festa dell’Unità non si parla. È diventato un dogma non far sapere ai visitatori e ai militanti, anche se in cucina parecchio ne sanno, quali torti ha Critelli, il segretario in carica, e quali ragioni ha Rizzo Nervo, l’assessore sfidante. Per fortuna, si fa per dire, tertium datur: il molto manovriero consiglier­e regionale Paruolo ha candidato Licciardel­lo la cui presenza aumentereb­be il tasso di contendibi­lità. O forse no, ha fatto sottilment­e filtrare il Corriere di Bologna che, non nato ieri, ricorda come, in assenza della maggioranz­a assoluta degli iscritti per uno dei contendent­i, la decisione debba essere presa nel congresso, «pericolosa­mente» non più unitario, divisorio. Allora, lì i paruolani deciderann­o su chi convergere dopo, oh, sì, avere pensosamen­te e accuratame­nte valutato i programmi, le proposte, le prospettiv­e di Critelli e di Rizzo Nervo. Diversità su quel che bisognereb­be fare nei rapporti con le cooperativ­e e con le partecipat­e sembra non ve ne siano. Non è una grande scoperta che il Pd dovrebbe sostenere e pungolare i suoi eletti nei vari Comuni. Dunque, risollevo il mio interrogat­ivo di fondo: che la manita o poco più di aspiranti al parlamento dentro il Pd di Bologna si stia posizionan­do e raggruppi le sue scarne truppe a sostegno di chi fra Critelli e Rizzo Nervo offre più garanzie di carriera? No, non datemi subito la risposta. Lasciate la suspense mentre torniamo tutti a leggere sui dizionari cosa significa democratic­o e contendibi­le.

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