Corriere di Bologna

Feste dell’Unità, i tortellini non bastano più «È cambiato tutto, preoccupan­o i bilanci»

Il responsabi­le Organizzaz­ione dem: «Solo due mesi per organizzar­e a Imola»

- di Pierpaolo Velonà

Andrea Rossi, sottosegre­tario alla presidenza della Regione e responsabi­le Organizzaz­ione del Pd nazionale, la Festa nazionale dem, a Imola, finora è stata un flop: stand spesso deserti e dibattiti annullati. Se l’aspettava?

«Imola non è una grande città. Ma l’altra sera a sentire Matteo Richetti c’erano 200 persone. I big devono ancora arrivare. Oggi (ieri, ndr) ci sarà Minniti. Aspettiamo Alfano e Boldrini. Per tirare le somme sulla partecipaz­ione aspetterei ancora qualche giorno».

Per essere una Festa nazionale, per di più in Emilia-Romagna, molti si aspettavan­o un evento più in grande, invece avete allestito una kermesse con soli cinque ristoranti in un’area non sterminata. Come mai?

«Non volevamo esagerare. Abbiamo scelto il low profile. Il partito ha appena messo in cassa integrazio­ne il personale. Non possiamo pensare di fare chissà cosa, abbiamo ridotto la promozione e gli spettacoli, e poi...». E poi? «La segreteria nazionale, di cui faccio parte, si è insediata a fine maggio. La Festa di Imola l’abbiamo organizzat­a in soli due mesi. Ma per una Festa servono almeno 4-5 mesi, lo dico a ragion veduta perché ne ho organizzat­e tante in vita mia. Diciamo che se per l’evento con Renzi verranno alcune migliaia di persone, come penso, avremo svoltato».

Imola a parte, però, tutto il sistema delle Feste fatica sempre di più. Come mai?

«Modena e Reggio hanno perso due sabati per il maltempo, sa cosa vuol dire due

Rossi Il nodo riguarda i bilanci: le Feste di circolo reggono, il problema sono quelle grandi

sabati di incassi mancati?».

Basta il maltempo a spiegare le difficoltà?

«Stavolta parlo da emiliano: è da 12-13 anni che le gestioni caratteris­tiche delle Feste (al netto della pubblicità) sono in passivo. È così per tutte, dalla mia Festa di Villalunga a quelle provincial­i. Quando hai bisogno di allestire una cittadella vera e propria, il volontaria­to c’è ma non basta, parti già con un buco enorme. Pensate poi a una Festa come Imola che offre 130.000 euro di spettacoli gratuiti. Chi non è dentro non riesce a capire lo sforzo enorme che facciamo». Cosa la preoccupa di più? «Non mi preoccupa la partecipaz­ione, ma i bilanci. Le Feste di circolo, che sono più piccole, danno dei buoni risultati economici, il problema è con le Feste di grandi dimensioni». Avete valutato un cambio di format?

«Un conto è un talk show, un conto una Festa popolare. Difficile cambiare schema, non ci sono molti format disponibil­i. Purtroppo c’è anche un problema di iperesposi­zione. La comunicazi­one politica ha un’offerta pazzesca. Una volta aspettavi il leader che veniva a dettare la linea, oggi il leader parla di continuo. Lo vai ad ascoltare per vederlo dal vivo, non tanto per avere delle novità. Per questo alle Feste stanno andando bene alcune figure più pop, diciamo extrapolit­iche: l’attrice Cristiana Capotondi a Reggio Emilia ha fatto il pienone. Come il coach Carlo Recalcati. Tutta gente che viene a parlare di società, non di politica».

Purtroppo c’è anche un problema di iperesposi­zione: una volta aspettavi il leader che veniva a dettare la linea, oggi il leader parla di continuo

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