Boom di prof in pensione L’Ateneo corre ai ripari
Un ordinario su cinque nel triennio lascerà la cattedra. L’Università corre ai ripari con 105 concorsi
Dall’ amministrativi sta Franco Mastragostino all’italianista Gian Mario Anselmi, dal cardiologo pediatrico Marco Bonvicini all’etruscologo Giuseppe Sassatelli. Sono solo alcuni dei professori dell’Alma Mater che dall’1 novembre saranno in pensione. Sono complessivamente 109 i docenti e ricercatori che cesseranno dal servizio a fine ottobre. Nei prossimi tre anni sono 120 solo gli ordinari che lasceranno l’Ateneo, circa il 20%. «Numeri non preoccupanti se non li confrontassimo con il turnover molto pesante che abbiamo avuto per molti anni e che solo nel 2018 tornerà al 100%», fa notare Chiara Elefante, prorettrice alla Risorse umane. Unibo ha avviato 105 concorsi per garantire il ricambio.
L’apice delle cessazioni in Ateneo si raggiunge quest’anno. Il 31 ottobre saranno infatti 109 i professori e ricercatori che lasciano via Zamboni, tra pensionamenti veri e propri per raggiunti limiti d’età (70 anni per gli ordinari e 65 per gli associati) e scelte personali di lasciare il lavoro. Sulla platea di 2.781 docenti il drappello di chi se ne va rappresenta il 4%. E sono soprattutto i cattedratici ad andarsene, ben 44. Ma questo numero visto in proiezione cresce e rappresenta un quinto del corpo docente: tra il 2017 e il 2019 lasceranno ricerca e insegnamento 120 ordinari sugli attuali 696, un po’ meno del 20%.
«I dati non sono di per sé particolarmente preoccupanti se non li confrontassimo con il turnover molto pesante che abbiamo avuto per molti anni — commenta Chiara Elefante, prorettrice per le Risorse umane — nel 2014 e nel 2015 è stato al 50%, nel 2016 al 60%, quest’anno all’80% e solo il prossimo anno tornerà al 100%. Questo vuol dire che avremo la possibilità di far entrare lo stesso numero di docenti che esce, sempre che il ministero dell’Università ci dia le risorse finanziarie per farlo attraverso l’Ffo, il Fondo di finanziamento ordinario».
Negli anni del parziale blocco del turnover non si sono però bloccate le cessazioni. E così nel 2015 sono usciti 100 tra professori e ricercatori (di cui 47 ordinari), nel 2016 107 (di cui 54 ordinari) e quest’anno i 109 di cui si diceva. L’anno prossimo sono in programma altri 88 pensionamenti (36 ordinari) e la stessa cifra varrà anche per il 2019 (40 ordinari). Complessivamente i docenti sono diminuiti rispetto ad alcuni anni fa, mentre le matricole sono costantemente aumentate. «Nel dicembre 2008 c’erano 3.207 docenti e 19.270 immatricolazioni, un docente ogni sei circa. Mentre nel 2015 — prosegue la prorettrice — i docenti erano 2.781 a fronte di 24.095 nuovi iscritti, con un rapporto di uno a otto». Questo spiega anche perché negli anni l’Ateneo ha aumentato il numero dei corsi di laurea a numero programmato, che oggi rappresenta circa la metà del totale. Mancavano laboratori e postazioni per garantire l’accesso libero, ma anche i docenti per poter rispondere agli stringenti requisiti richiesti dal ministero per l’accreditamento dei corsi.
Nonostante il turnover ridotto, Unibo è riuscita però a mantenere stabile il numero dei docenti che oggi sono gli stessi di due anni fa: 2.781. «Questo è stato possibile per la virtuosità dell’Ateneo. Abbiamo infatti ricevuto una quota alta di premialità dal Fondo di finanziamento ordinario — spiega Elefante — a cui si è aggiunto il piano straordinario per i ricercatori di tipo B, che però è stato solo di un anno, e la velocizzazione delle procedure concorsuali che ha consentito di far arrivare ossigeno».
Sono 105 le procedure concorsuali aperte che andranno a coprire nei prossimi mesi parecchie caselle lasciate vuote. Il problema è quanto è stato perso prima del 2015. «Abbiamo stabilizzato la decrescita, adesso — fa notare Elefante — dovremmo tornare a crescere. Le richieste di standard di qualità crescono, quindi ci sarebbe bisogno che i docenti aumentassero e non che rimanessero stabili». Con il 100% di turnover le premesse ci sono. In servizio ci sono anche 129 di tipo B, che hanno la cosiddetta tenure-track (dopo due trienni possono essere promossi a professore associato se hanno ottenuto l’abilitazione).
Stabilità Nonostante il turnover ridotto finora l’Ateneo è riuscito a mantenere il numero di docenti Elefante Abbiamo stabilizzato la decrescita, adesso dovremmo tornare a crescere Le richieste di standard crescono, quindi ci sarebbe bisogno che i docenti aumentassero