Corriere di Bologna

Incinta, 18 anni, torna dall’Africa con la malaria Ora è grave

La donna è grave. Da Imola una bimba pakistana anche lei malata: sta bene

- di Andreina Baccaro

Era tornata da poco dall’Africa, dal Paese di origine dei suoi genitori. Incinta al settimo mese, non aveva fatto la profilassi per la malaria. E purtroppo si è ammalata: ora è ricoverata al Maggiore in Rianimazio­ne, le sue condizioni sono serie.

Ha soltanto 18 anni questa giovane donna che adesso rischia per sé e per il proprio bambino. Mentre ne ha cinque di anni, ma per fortuna sta bene, una bimba arrivata ieri da Imola a Bologna con la stessa malattia. La piccola, pakistana, era stata in Pakistan un anno fa, dunque il caso è ancora tutto da capire. Ma l’infettivol­ogo Pierluigi Viale tranquilli­zza: «Nessun allarme», dice. «I casi di malaria registrati rientrano negli standard annuali».

Una donna di 18 anni, incinta di sette mesi, è in Rianimazio­ne all’ospedale Maggiore dopo aver contratto la malaria in Africa. Le sue condizioni sono stabili ma critiche, i medici hanno disposto che la prognosi resti riservata almeno fino a domani, mentre si aspetta solo di capire se la ragazza si sveglierà o meno per valutare eventuali conseguenz­e.

Un’altra paziente affetta da malaria, invece, una piccola pachistana di cinque anni, è arrivata ieri pomeriggio nel reparto di Malattie infettive del Sant’Orsola dalla Pediatria di Imola. La bimba sta bene, non è in prognosi riservata e le sue condizioni sono stabili. Per lei, però, saranno necessari ulteriori accertamen­ti visto che l’ultimo viaggio fatto in un Paese a rischio risale a nove mesi fa: la piccola è stata in Pakistan da novembre 2016 a gennaio 2017. Le analisi hanno escluso che il virus sia dello stesso ceppo che ha ucciso Sofia Zago, la bambina di 4 anni morta a Trento per malaria, è probabile che abbia contratto un tipo di malaria con una lunga incubazion­e. La 18enne in Rianimazio­ne al Maggiore, invece, nata in Italia da genitori africani, era tornata dal Paese d’origine poco più di una settimana fa, senza aver fatto la profilassi. Mercoledì sera si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale «con sintomi che potevano essere attribuiti ad infezione malarica», ha spiegato l’Ausl in un comunicato diffuso ieri. «È stato fatto tutto quello che si doveva fare — spiega il responsabi­le dell’Unità operativa di malattie infettive del Sant’Orsola e della rete infettivol­ogica interazien­dale Pierluigi Viale —. Entro un’ora dall’arrivo è stata fatta la diagnosi, somministr­ata la terapia, adesso bisogna sperare che si svegli da sola». Il fatto che la donna sia alla ventisette­sima settimana di gravidanza, naturalmen­te, complica il tutto perché c’è il rischio di un parto pre-termine. Ma per il resto, aggiunge Viale, «si tratta di un caso standard di malaria contratta da persona africana nata in Italia, che quindi non ha un’immunità acquisita come chi vive in Africa. Noi europei se facciamo un viaggio in Africa siamo abituati a sottoporci alla profilassi, un africano nato in Italia, non ha alcuna immunità ma purtroppo non c’è l’abitudine di sottoporsi a profilassi». Quello della 18enne è il dodicesimo caso di malaria nel distretto sanitario della provincia bolognese dall’inizio dell’anno. «Siamo negli standard annuali, perché ne diagnostic­hiamo in media tra i 15 e i 20 casi ogni dodici mesi» sottolinea Viale. Dunque non c’è alcun allarme. Quello che preoccupa, al momento, sono le condizioni della paziente e del bimbo che ha in grembo, visto che la donna è arrivata in ospedale con una situazione neurologic­a già seria, ma le sue condizioni al momento sono stabili. Nel 2012 i casi di malaria trattati a Bologna erano stati 6, saliti a 9 nel 2013, 17 nel 2014, 14 nel 2015 e 19 nel 2016. Quasi sempre si tratta di immigrati in Italia da anni che tornano nei loro Paesi di origine senza profilassi e vengono punti da zanzara infetta da Plasmodium ma non hanno più quella immunità che sviluppa chi invece vive stabilment­e nelle zone malariche.

I rischi La giovane donna è in Rianimazio­ne e rischia un parto pre-termine La piccola Ha 5 anni ed era tornata dal Pakistan a gennaio: il caso è ancora da capire Viale Si tratta di un caso standard di malaria contratta da persona africana nata in Italia, che quindi non ha l’immunità acquisita come chi vive in Africa

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