L’incubatore di start up che punta sul lungo periodo: ecco Gellify
Un incubatore di lungo periodo e una piattaforma per mettere a contatto le imprese innovative con le pmi tradizionali. Sono i due cardini su cui ruota l’idea di Gellify, realtà nata sette mesi fa sotto le Due Torri e forte di un portafoglio di sette start up, di cui quattro a Bologna. L’obiettivo è andare oltre gli acceleratori d’impresa classici, i cui percorsi durano pochi mesi: «Vogliamo introdurre elementi di buone pratiche per aiutare le start up a consolidarsi», spiega il ceo Fabio Nalucci. Il periodo di affiancamento potrà variare da sei mesi a due anni. Oltre ai 2,75 milioni di investimento fatti finora (le ultime due new entry in portafoglio sono Coppa+Landini e CrowdChicken), le previsioni parlano di un piano di investimenti di 15 milioni nei prossimi due anni, con un impegno medio per start up di circa un milione. Un’altra parte del lavoro di Gellify, che ha come partner il colosso della consulenza aziendale Accenture, consisterà nel mettere in collegamento le start up con le aziende tradizionali, aiutando le seconde a sostenere i propri processi di trasformazione interni con la creazione di start up on demand. O, semplicemente, individuando le start up migliori per instaurare una collaborazione tra quelle all’interno del proprio portafoglio. Sul territorio hanno già aderito all’idea realtà come Sacmi ed Electrolux. Attualmente Gellify impiega una trentina di persone che dovrebbero arrivare a 120 di cui circa metà impiegate a Bologna. L’incubatore collabora con Confindustria Emilia Area Centro: «Promuoveremo gli incontri tra tutte le start up di cui verremo a conoscenza e delle aziende con Gellify», spiega la direttrice generale di via San Domenico Tiziana Ferrari. Che mette in collegamento questa nuova piattaforma con il Barcamper Ventures, il fondo lanciato dagli industriali lo scorso anno: «L’idea è fare da motore per l’avvio di altre iniziative».