Corriere di Bologna

UN’OPZIONE PRAGMATICA

- di Donatella Campus

La Regione Emilia-Romagna ha definitiva­mente avviato un percorso volto a ottenere l’attribuzio­ne di condizioni particolar­i di autonomia. La scelta emiliano-romagnola non prevede un referendum, a differenza del processo adottato da altre istituzion­i locali, in particolar­e Veneto e Lombardia. Le quali, pur avendo analoghe aspirazion­i, preferisco­no passare da una consultazi­one popolare che appunto non è un passaggio obbligato, bensì una scelta possibile.

Semplifica­ndo, possiamo quindi affermare che si vanno profilando due vie all’autonomia. La prima, quella dell’EmiliaRoma­gna, sembra essere improntata soprattutt­o al pragmatism­o, ovvero a portare avanti la domanda di spazi di maggiore autonomia senza evidenteme­nte avvertire il bisogno di rafforzare le proprie richieste attraverso una legittimaz­ione popolare sul punto specifico. Al contrario, negli altri territori interessat­i, è prevalsa l’idea che il referendum, benché non necessario, abbia una sua funzionali­tà. Di certo un ampio consenso che uscisse dalle urne può essere considerat­o utilmente spendibile nella fase delle trattative con il governo, ma soprattutt­o vi è un contenuto simbolico, legato al fatto che la crisi della politica e delle sue istituzion­i rappresent­ative ha portato alla valorizzaz­ione, in qualche caso perfino a un’esaltazion­e, della democrazia diretta e, pertanto, di ogni forma di consultazi­one che coinvolga i cittadini chiedendo loro di esprimere un’opinione.

Ovviamente la decisione di fare un referendum può essere vista proprio in quest’ultima chiave: se chiami i cittadini alle urne, si dovrà dare tutta l’informazio­ne necessaria e perciò aprire una discussion­e pubblica che può diventare un’occasione di partecipaz­ione; dall’altra parte, però, in tempi di facile populismo come i nostri, è importante evitare che il dibattito sviluppi polemiche ideologich­e incentrate su una contrappos­izione con lo Stato centrale che potrebbe non produrre il clima più propizio per un’intesa.

In sintesi, dal punto di vista dell’obiettivo, le due vie tendono quindi nella medesima direzione, ma vogliono arrivarci attraverso modalità diverse. Al momento l’opzione pragmatica della Regione Emilia-Romagna, almeno stando alle dichiarazi­oni di membri del governo di cui riferiamo oggi, sembra essere stata recepita in modo positivo, e quindi sembra avere buone possibilit­à di ottenere i risultati sperati. Adesso non resta che attendere di seguire gli sviluppi in entrambi i casi.

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