SE CRITELLI PERDE PEZZI DELLA DITTA
Dopo l’uscita, il segretario perde pezzi della Ditta: prima il capogruppo pd, ieri l’ex tesoriere Roda
L’affondo anti-cooperative del segretario Pd, Francesco Critelli rischia di fargli perdere pezzi importanti della Ditta. Dopo le critiche avanzate da Aldo Bacchiocchi e da Carlo Castelli e dopo la scelta del capogruppo Pd, Claudio Mazzanti di votare Rizzo Nervo ieri anche un altro personaggio chiave della sinistra Pd bolognese come Mauro Roda si è sfilato sempre per colpa delle critiche alla cooperazione e ha fatto sapere che non andrà a votare al congresso del Pd di Bologna.
Nel gioco a specchi in cui si sta trasformando il congresso del Pd di Bologna il segretario, Francesco Critelli rischia di perdere pezzi importanti della Ditta. Tutti i problemi nascono dal suo durissimo affondo anti-cooperative considerato dagli uomini alla sinistra del partito poco autentico e finalizzato solo a recuperare (nella tattica congressuale) i renziani della prima ora di Giuseppe Paruolo. I primi a traballare sono stati l’ex sindaco di San Lazzaro, Aldo Bacchiocchi e il tesoriere del Pd, Carlo Castelli, entrambi indagati e poi archiviati nell’inchiesta della colata di Idice. Nessuno dei due ha apprezzato la svolta di Critelli che ha chiamato sul palco la grande accusatrice Isabella Conti e che poi nel suo intervento ha ribadito che «non prenderemo ordini da nessuno» riferendosi al mondo economico e alle coop. Ora non è che a sinistra del Pd vogliano prendere ordini dalle coop, semplicemente considerano la rottura del segretario, priva di senso politico. Castelli e Bacchiocchi forse voteranno lo stesso il segretario uscente al congresso ma due giorni fa il capogruppo Pd, in Comune, Claudio Mazzanti ha scelto di sostenere il renziano Luca Rizzo Nervo, proprio per le posizioni assunte da Critelli sulle cooperative. Ieri è stata la volta di un altro pezzo da novanta di quella che viene definita la Ditta, Mauro Roda, ex tesoriere del partito e uomo forte della Fondazione 2000 che possiede i beni degli ex Ds. Ieri ha detto all’agenzia Dire che «manca la politica» e che probabilmente non andrà a votare. E uno come Roda non poteva che votare Critelli. Il motivo? Le parole sulla cooperazione. «Io sono rimasto al bisogno di avere qualche punto di riferimento — spiega Roda — e penso che l’insieme del riformismo, che sia di matrice socialista o cristiano-sociale o laico-repubblicana, deve sempre avere un punto di riferimento nel mondo del lavoro e nella dignità delle persone. In questa prospettiva, in una risposta cooperativa deve venire un punto di approdo e di riferimento: il mondo cooperativo dev’essere uno dei luoghi più avanzati nel quale l’uomo costruisce la propria dignità nel mondo del lavoro. Quindi alcune cose le ho trovate davvero paradossali».
Naturalmente non è tanto importante il singolo voto di Roda, come quello di Mazzanti, ma è importante il loro orientamento perché sono figure rappresentantive dentro il partito e la loro opinione può influenzare anche altri.
L’area che fa riferimento a Francesco Critelli però continua a battere su quel tasto e per ora non cambia schema di gioco. Ieri il capogruppo in Regione, Stefano Caliandro, premettendo che la cooperazione «è una mano santa» è tornato sul tema delle porte girevoli dalla politica alla cooperazione e viceversa. «Uno dei problemi piu’ grossi — ha detto ad E’ tv — è che le porte girevoli girano solo per alcuni, non è che c’è la fila di iscritti Pd che tutti i giorni può entrare e uscire dai cda. Il problema non è tanto la coop, ma pensare che alla fine di un percorso politico ti sei costruito le condizioni per andare a fare dell’altro». Caliandro ha anche attaccato lo sfidante di Critelli, Luca Rizzo Nervo su un altro versante. «Da quando si è dimesso non abbiamo il presidente della conferenza socio sanitaria. Forse questo interessa di più di come litigano i tre candidati al congresso». Può essere ma almeno fino al 22 ottobre i litigi continueranno anche perché la posta in palio è considerevole.