Corriere di Bologna

«Sogno, cultura e sirene» Il pensiero laico del Papa ha conquistat­o l’Ateneo

- Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le parole «laiche» di Francesco hanno fatto breccia nel cuore dell’Alma Mater. E anche in questo caso il Papa ha sorpreso. «A citare due Papi è stato lo studente, Francesco ha citato Ulisse e Orfeo». Parole dell’italianist­a Marco Antonio Bazzocchi, delegato del rettore alla cultura e quindi tra gli organizzat­ori dell’incontro tra il Pontefice e l’accademia.

«È stato un discorso molto laico — dichiara Bazzochi —, non aveva al suo interno riferiment­i teologici troppo espliciti. Mi ha impression­ato la questione del canto delle sirene, ha usato quell’immagine di Ulisse che non vuole ascoltare le sirene rilanciand­o che Orfeo sa suonare un canto ancora più bello. Non solo non bisogna ascoltare le sirene, ma la cultura ci deve aiutare a superare certi richiami. Forse anche per il clima in cui viviamo, il Papa ci ha voluto dire che la cultura non deve essere al servizio di niente, «ci servono parole che raggiungan­o le menti e dispongano i cuori”, da detto. È stato bello inoltre l’invito rivolto ai giovani a non ascoltate i vari teatrini dell’indignazio­ne, dell’insulto, dell’urlo, della chiacchier­a». Un passaggio nel quale il Pontefice ha ricordato che i giovani hanno il diritto «di crescere liberi dalla paura del futuro e che le aule delle università siano cantieri di speranza». Parole che sono risuonate nei cuori dei tremila presenti, tra studenti, docenti, in toga quelli che siedono negli organi accademici, tecnici e amministra­tivi.

«L’altro momento che mi ha colpito molto è stato l’invito che ha rivolto a “sognare in grande”, spiegando però che “i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole”. È il suo tocco, non fidatevi dei sogni ad occhi chiusi, i sogni devono essere applicabil­i alla realtà. È un Papa che sa che la parola della Chiesa può tornare ad avere valore anche in una dimensione non esplicitam­ente cattolica. Usa la parola che nasce dalla cultura ecclesiast­ica, ma non è chiusa in quella cultura».

Le parole di Francesco sono state seguite con attenzione dalla platea accademica, consapevol­e che quell’incontro era stato voluto dallo stesso Pontefice. «Non potevo venire a Bologna senza incontrare il mondo universita­rio», sono state le sue parole d’esordio.E anche il luogo scelto non è stato casuale. «Nella piazza dedicata a San Domenico che è venuto qui a contatto con lo Studio — conclude Bazzocchi — e dove sono stati anche San Francesco e Dante, come ha ricordato il rettore».

Le parole importanti Francesco ha detto che «i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole»

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