Corriere di Bologna

I PROF SCUOTONO IL PALAZZO SORDO

- Di Giovanni De Plato © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La politica nazionale ancora una volta non sta dando una prova di prontezza nel rispondere alle domande di civiltà che vengono da larga parte dei cittadini. La società civile, perciò, ha scelto di mobilitars­i e chiedere ai parlamenta­ri di votare in questa legislatur­a la legge sullo ius soli. Come abbiamo riferito ieri, infatti, per tutto ottobre nelle scuole di Bologna i docenti attenti al tema proporrann­o varie iniziative di sensibiliz­zazione.

Il ministro Alfano parla della legge solo per dire che è giusta ma che è stata presentata «nel momento sbagliato», senza dire quale sarebbe il momento giusto, visto che se ne discute da anni. Il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Elena Boschi si limita a dire che «mancano i numeri» per approvare la legge al Senato, senza impegnarsi a trovare le possibili adesioni dei senatori incerti. È sperabile che gli emiliani eletti al parlamento e nei consigli di Comuni e Regione sappiano aprire i loro occhi e vedere la mobilitazi­one crescente di insegnanti, docenti e semplici cittadini, e aprire le loro orecchie per ascoltare la voce che si alza dalle scuole, dall’università e da tanti altri luoghi. È sperabile che a loro volta riescano a far pressione sul governo e sui partiti affinché si arrivi prima possibile a votare una legge sacrosanta e inderogabi­le. Non è possibile che per i giochi di Palazzo si voltino le spalle a più di ottocentom­ila ragazzi stranieri nati in Italia e da almeno cinque anni iscritti nelle scuole italiane. Giustament­e il Papa invoca di ritornare a progettare un ideale di città, non quella che apre le porte solo ai turisti e ai viaggiator­i, più o meno benestanti. La città per essere ideale deve saper spalancare le sue porte a chi arriva da lontano, a chi faticosame­nte è riuscito a trovare un lavoro e una casa, a chi da anni vive in attesa di ricevere il riconoscim­ento effettivo di cittadino italiano con diritti e doveri. Il Papa nella sua recente visita a Cesena e a Bologna ha rivolto un forte richiamo ai governanti e alle autorità locali a saper edificare una società operosa, aperta, includente, pacifica e solidale. L’arcivescov­o Zuppi, nell’omelia della festa di San Petronio, ha ripreso il messaggio del Pontefice per rafforzare l’appello a fare della piazza un ritrovo che si dilata e si riempie di fratellanz­a. Questi sono i pilastri secondo Francesco e Zuppi per costruire una città ideale che guarda al futuro e non si perde nell’effimero, non si chiude nel privilegio e non si fa ostile a chi viene da lontano. Saprà la Città metropolit­ana di Bologna essere un territorio e una comunità ideali?

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