Bosso e il writer Rusty Il tandem di Golinelli
La musica di Bosso e i graffiti virtuali di Rusty: mercoledì lo show per l’inaugurazione del nuovo spazio che aprirà venerdì insieme alla mostra «Imprevedibile»
Due direttori, uno d’orchestra e l’altro di colori, che creano insieme, all’unisono, supportati dall’aria, dalla luce e dalla tecnologia. Entrambi in piedi ognuno sul proprio podio, muovendo braccia e mani, come in una danza finora però mai ballata. Uno spettacolo di 43 minuti esatti che inizierà non appena il maestro Bosso con la sua bacchetta darà il via ai musicisti della Stradivari Festival Chamber Orchestra che l’accompagna. In quel momento e solo in quel momento anche il writer bolognese Rusty inizierà a comporre la sua opera, il suo pezzo sul muro, con il suo pennello virtuale.
Un inizio di descrizione, ancora parziale, di ciò che viene presentato come «virtual street art e musica», che andrà in scena mercoledì prossimo dalle 19.15 nell’area esterna dell’Opificio Golinelli, fuori Saffi, in via Paolo Nanni, periferia solo nominale, centro di sapere e di ricerca per le nuove generazioni che si muove fra scienza e arte.
Evento speciale che preannuncia e saluta, con 48 ore di anticipo, l’attesa inaugurazione del nuovo spazio espositivo dell’Opificio realizzato dal Mario Cucinella Architects: 700 mq che verranno svelati al pubblico venerdì prossimo alle 17 con la mostra «Imprevedibile» con opere di artisti internazionali in dialogo con exhibit scientifici (per lo più video) visitabile fino al 4 febbraio prossimo. Adesso le energie sono concentrare sull’inedita performance aperta gratuitamente alla cittadinanza e ideata da Luca Ciancabilla, storico dell’arte e ricercatore dell’Università di Bologna, e Filiberto Strazzari, creativo esperto di new media (agenzia D-sign).
Bosso e Rusty, il graffitismo e Bach, suoni e colori, videomapping e visori, musica che finisce e disegni che scompaiono. L’immaterialità dell’arte che si nutre ora dello spazio aereo (musica) e ora che si raccoglie nella luce (arte visiva).
Il maestro si troverà con la sua orchestra nella grande sala dell’Opificio e lì suonerà, ma immagini e suoni saranno riproposti all’esterno su un grande schermo di fronte alla nuova struttura espositiva. E qui, sul suo podio e la sua bacchetta virtuale in mano (non una bomboletta, ma un tecnologico mouse), quasi nella stessa posizione, troviamo Rusty che per dipingere il suo muro non dovrà salire su alcun ponteggio, ma indosserà un visore che ripropone esattamente lo spazio esterno dove «dipingerà». Tutto virtuale: pennelli, colori, bombolette, vernici. E così, mentre lui agita, come un direttore d’orchestra, i ferri del mestiere nel vuoto, sulla parete compaiono i suoi segni, le figure, le immagini disegnate ‘nell’aria’: tutto questo grazie alla tecnologia del videomapping curato nel caso specifico da due artisti della luce, i livornesi Martino Chiti e Nicola Buttari di Proforma. Il graffito è quindi virtuale, ma viene visto nel mondo reale. Spento il computer, il pezzo sparirà.
Quello stesso muro verrà poi ridipinto da 10 studenti di una scuola media con la stessa tecnica, anzi tecnologia, utilizzata dal writer. E così, volendo, all’infinito, grazie alla «luce pura», conduttore naturale. Intanto nell’etere ecco l’accompagnamento con lo spartito di Bach, «padre di ogni musicista che attraverso i secoli dialoga quotidianamente con tutti noi», dice Bosso. Doppia esperienza, visiva e sonora, il tutto in un tempo liturigco abbracciato dal programma «Da Bach a Bosso» e dalle virtuali rappresentazioni artistiche.
L’esperimento è inedito in Italia (prove in corso da questa estate in un palazzo senatoriale del centro): narrazione concettuale della simbolica alleanza tra arti e scienze, specchio del pensiero che sostiene le progettualità future della Fondazione Golinelli.