Corriere di Bologna

Studenti allibiti: «Sono loro i fascisti Così non si tutelano i nostri di diritti»

- M. C. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Tutti fuori». È stato questo l’ordine inappellab­ile del direttore del dipartimen­to di Giurisprud­enza Giovanni Luchetti ieri pomeriggio alle 14. Agli studenti presenti all’interno delle aule che stavano seguendo le lezioni è stato spiegato che per motivi di ordine pubblico la facoltà avrebbe chiuso.

Libri e borse sotto il braccio, facce sbigottite e giù dalle scale fin sotto il portico di via Zamboni 22. Lì i primi battibecch­i tra gli studenti di e i collettivi: «Su quello striscione c’è scritto fuori i fascisti dall’università — osserva arrabbiata una ragazza che frequenta il terzo anno di scienze giuridiche — e poi fate chiudere l’università per tutti noi. Cosa c’entriamo? Siete peggio dei fascisti usando questi modi». Una breve risposta e i collettivi si spostano verso piazza Verdi. Davanti alle porte chiuse di Palazzo Malvezzi si sono radunati i docenti che avrebbero dovuto far lezione e gli studenti, tra questi anche Chiara che doveva incontrare il prof con cui dovrà discutere la tesi: «Interrompe­re tutto perché c’è un incontro di destra mi sembra ridicolo». «Sono davvero stanca — racconta Francesca — già l’anno scorso hanno occupato un’aula e per diverse settimane temevo che arrivasse da un momento all’altro la celere come è successo per il 36, poi la pausa estiva ha lasciato un po’ di respiro. E ora ci risiamo. L’Ateneo deve tutelare il nostro diritto di frequentar­e questi luoghi per studiare».

In molti hanno polemizzat­o con la scelta dell’Università: «Domani sarà lo stesso. Cosa facciamo? Troveremo ogni giorno le porte chiuse? — si chiede allibito Simone —. Così vincono loro che sono più fascisti di quelli a cui oggi hanno voluto vietare l’incontro. Che poi, ognuno di noi è libero di scegliere cosa ascoltare o meno». Oltre agli studenti, ieri pomeriggio, è stato un continuo viavai di persone che non sapevano dell’incontro annullato, come Tommaso, un insegnante venuto apposta da Medicina: «Ho letto che la facoltà era chiusa per motivi di ordine pubblico, per una città come Bologna è assurdo».

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