Le truppe «del Sud» e i sospetti di Merola Calvano lo stoppa: «Basta gettare ombre»
Sabato sera il sindaco aveva detto: «Mi auguro che i giochi siano leali». Il segretario regionale lo riprende
A fine settembre, il congresso provinciale del Pd era stato scosso dall’avvistamento — ancora tutto da accertare — di otto cittadine russe che avevano tentato di iscriversi al circolo Passepartout. Stavolta cambia l’origine delle truppe cammellate, ma l’accusa resta sempre la stessa: pacchetti di tessere irregolari provenienti dalla Campania, o più in generale dal Sud, rischierebbero di inquinare la consultazione.
A lanciare il sasso nelle acque già tormentate del partito, è stato sabato sera il sindaco Virginio Merola: «Io non so come andrà a finire questo congresso. Vedo molte iscrizioni di gente che viene dalle mie origini... E non aggiungo altro. Voglio però dire che mi auguro che i giochi siano leali». Parole durissime, che hanno aperto nuove e vecchie ferite in un partito mai così diviso, scatenando una polemica più che mai scivolosa sulle carte d’identità dei protagonisti di questo congresso. Merola, che è nato a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta e che al congresso sostiene il suo ex assessore comunale alla Sanità Luca Rizzo Nervo, aveva nel mirino Francesco Critelli, il segretario uscente, originario di Catanzaro, in corsa per un secondo mandato. Secondo Merola, Critelli e i suoi supporter si sarebbero assicurati pacchetti di tesserati meridionali dell’ultima ora per «blindare» l’esito del congresso. Accuse inedite, almeno in questi termini, in una piazza come quella bolognese, dove le polemiche sui cinesi al voto (Napoli, 2011), o sugli extracomunitari pagati per andare ai seggi (Modena, 2014) erano arrivate solo con le rassegne stampe dalle altre città.
E così, a contestare le parole del primo cittadino, ieri è intervenuto il segretario regionale del Pd Paolo Calvano che fin qui, per arginare il marasma bolognese, si era limitato a generici appelli alla concordia. Stavolta Calvano si è rivolto direttamente al sindaco, senza giri di parole: «In tutti i colloqui che ho avuto con Merola, lui mi ha sempre assicurato di voler lavorare per l’unità del Pd a Bologna — ha detto Calvano — e gli chiedo di farlo sul serio, perché abbiamo bisogno che i nostri dirigenti siano i primi a dare l’esempio. Questo aiuterebbe il Pd, a Bologna come a livello nazionale». E poi: «Le parole di Merola — ha proseguito Calvano — rischiano di gettare un’ombra pesante sulla credibilità di tutta la nostra comunità. Le ombre non ci sono perché qui in Emilia-Romagna il Pd ha sempre fatto le cose per bene e i congressi si stanno svolgendo con regole chiare e trasparenti». Durissimo anche Piergiorgio Licciardello, il terzo candidato alla segreteria: «Sono assolutamente allineato con Calvano. Non bisogna sporcare con parole in libertà il percorso del congresso. Merola non è il primo che passa, ma il sindaco del capoluogo. Illazioni del genere hanno un peso, ha fatto bene Calvano ad alzare il cartellino giallo». Sarcastica, invece, la replica a Merola del deputato del Ernesto Carbone, sostenitore di Critelli: «Io e miei genitori siamo residenti a Bologna dal 1988 — ha detto il parlamentare pd — ma, ahimè, siamo nati a Cosenza. Possiamo votare al congresso oppure no? Mi auguro che Merola chieda scusa. Se ragionassi come lui, gli chiederei di andare a votare a Santa Maria Capua Vetere».
Licciardello Non bisogna sporcare con parole in libertà il percorso del congresso: Merola non è il primo che passa, ma il sindaco del capoluogo Illazioni del genere hanno un peso, ha fatto bene Calvano ad alzare il cartellino giallo