Corriere di Bologna

Le benefiche proprietà dell’acqua termale sulle ossa Al Rizzoli le stanno studiando

Uno studio diretto da Francesco Grassi sull’idrogeno solforato che avrebbe un ruolo nella perdita patologica di massa ossea

- Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La ricaduta sui pazienti è ancora tutta da dimostrare, per ora ci sono risultati importanti nelle ricerche di laboratori­o

Che le terme facciano bene in senso lato alla salute è risaputo. Meno noto è che ci sono sostanze, in particolar­e l’idrogeno solforato, che possono avere un ruolo positivo non secondario sull’osteoporos­i. A questo affascinan­te legame sta lavorando da qualche tempo il laboratori­o Ramses dell’Istituto Rizzoli, che sotto la direzione di Brunella Grigolo si occupa di studi preclinici per la medicina rigenerati­va dell’apparato muscolo-scheletric­o. In particolar­e dal 2011 ha avviato un progetto di ricerca, diretto da Francesco Grassi, che si occupa appunto del ruolo dell’idrogeno solforato nel metabolism­o osseo e nell’osteoporos­i.

«Alcuni esperiment­i condotti in vitro su cellule ossee hanno dimostrato che molecole in grado di rilasciare idrogeno solforato inibiscono la funzione degli osteoclast­i, le cellule responsabi­li della degradazio­ne del tessuto osseo e stimolano il differenzi­amento degli osteoblast­i, che determinan­o la formazione di nuovo tessuto osseo — spiega Grassi —. Gli studi compiuti su modelli animali di osteoporos­i, condotti in collaboraz­ione con la Emory University di Atlanta, hanno confermato che la somministr­azione farmacolog­ica di questa sostanza stimola la formazione ossea prevenendo cosi la perdita di massa ossea indotta dall’osteoporos­i postmenopa­usale. Inoltre, i livelli plasmatici di idrogeno solforato sono significat­ivamente ridotti nei topi osteoporot­ici, suggerendo così un possibile ruolo di questo mediatore come biomarcato­re della perdita di massa ossea».

Queste ricerche fanno ben sperare che in futuro si arrivi anche a un farmaco che possa racchiuder­e queste benefiche proprietà. «Il nostro gruppo ha ideato una nuova molecola ibrida derivata dai bisfosfona­ti, i farmaci più utilizzati per bloccare la perdita patologica di massa ossea tipica dell’osteoporos­i — prosegue Grassi —. Stiamo preparando un primo lavoro su questa ricerca che uscirà tra qualche mese, ma siamo solo all’inizio». Accanto a quello farmacolog­ico, c’è il filone legato più propriamen­te agli effetti benefici in ambiente termale.

Al Rizzoli sta per partire un nuovo studio, sostenuto come quello avviato nel 2011 dalla Fondazione per la ricerca scientific­a termale (FoRst), che fa capo a Federterme, proprio per verificare se i risultati ottenuti in laboratori­o hanno un riscontro nella realtà. «Sappiamo che le acque sulfuree di alcuni stabilimen­ti termali hanno concentraz­ioni di idrogeno solforato del tutto simili a quelle che hanno dimostrato effetti terapeutic­i in vitro e in vivo — conclude Grassi —. Ora vedremo se l’esposizion­e di pazienti ad acque sulfuree possa produrre effetti benefici sul metabolism­o osseo simili a quelli osservati nella ricerche in laboratori­o. La ricaduta è quindi tutta da verificare».

Insomma, gli studi preliminar­i fanno ben sperare, ma ora tocca a quelli clinici per la verifica sul campo. Ci vorrà quindi ancora del tempo prima di correre alle terme, sperando di fortificar­e le ossa e combattere l’osteoporos­i.

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