Corriere di Bologna

Sda prova a ripartire Dimezzati i clienti e cassa integrazio­ne

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Dopo due settimane di scioperi durissimi, il magazzino di Sda a Sala Bolognese tenta di ripartire. L’ultimo atto del braccio di ferro che ha coinvolto facchini, sindacati, azienda e consorzi in appalto è arrivato nei giorni scorsi ed è l’accordo sulla cassa integrazio­ne tra la sigla Sgb e il consorzio Metra, che ha l’appalto per le attività di facchinagg­io nell’hub bolognese dell’azienda del Gruppo Poste che si occupa di logistica e distribuzi­one. Durerà fino al 30 novembre, inizialmen­te era previsto un periodo più lungo. Dal sindacato sono soddisfatt­i: «I lavoratori riacquista­no quella forza necessaria per fare fronte al piano industrial­e», il commento. Ma nel frattempo, nei giorni degli scioperi dei Si.Cobas contro il cambio di appalto nel magazzino di Milano a cui ha fatto seguito l’agitazione di Sgb contro la cassa integrazio­ne, Sda a livello nazionale ha perso circa metà dei suoi clienti. Un pacco su due, in pratica, ha cambiato corriere. È stato il crollo dei flussi a portare la cassa integrazio­ne agli oltre 300 facchini che lavorano in appalto a Sala Bolognese, che ora e fino al 30 novembre lavorerann­o un giorno su cinque. Gli scioperi che hanno paralizzat­o il corriere di Poste sono iniziati a settembre in tutta Italia: la ragione della protesta era un cambio di appalto a Milano, con un nuovo contratto che prevedeva l’applicazio­ne delle normative previste dal Jobs Act per i facchini coinvolti. Mentre in Lombardia i problemi continuano, a Bologna i blocchi sono stati tolti. Ma far tornare i clienti sarà un’altra partita e da questo dipendono le sorti degli occupati diretti e indiretti. Stasera, a Roma, ci sarà un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico tra Sda, sindacati e governo. Si inizierà a parlare delle prospettiv­e dell’azienda: la paura dei confederal­i è che se i volumi non verranno recuperati i tagli, in futuro, possano interessar­e anche i dipendenti diretti (a Bologna sono una quarantina).

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