Corriere di Bologna

Il giardino diventa un parcheggio L’ok del preside, la protesta dei ragazzi

- C. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il flash mob degli studenti contro le auto in piazza ma il via libera al parcheggio arriva proprio dal preside della facoltà di Economia che vi si affaccia. Ieri piazza Scaravilli, lo spazio rigenerato grazie ai fondi europei Rock con il progetto «Malerbe», è stato teatro di una protesta di Sinistra Universita­ria che si è schierata contro l’uso della piazza come parcheggio. Ad autodenunc­iarsi è stato il preside della scuola, Stefano Cenni. «Il permesso di parcheggia­re è arrivato da me — ha detto —. I colleghi mi hanno chiesto più volte se si potesse parcheggia­re nella piazza. Così, visto che a inizio ottobre sono finite le manifestaz­ioni legate al giardino, ho detto che era possibile». Prima di farlo Cenni aveva chiesto informazio­ni anche ai vigili: «Mi hanno detto che non avrebbero dato nessuna multa. Se l’università non avesse voluto far parcheggia­re nessuno avrebbe dovuto mettere dei cartelli». In mancanza di cartelli e di una linea da seguire il preside ha dato il via libera ai suoi dipendenti e colleghi, con quello che lo stesso Cenni definisce «un atto provocator­io». Una situazione creata ad hoc che si è risolta nel giro di un fine settimana. «Questa amministra­zione parla molto, spesso fa il contrario di quello che dice, e scrive poco. Ora almeno è chiaro a tutti». Insomma le macchine parcheggia­te erano «un segnale di sfida» al vicino rettorato, prosegue Cenni, che spiega: «In questo modo segnalo che c’è un problema di gestione generale dell’Ateneo che va da cose più grandi fino a queste più minute». Una mossa dettata dalle continue lamentele che Cenni riceve dal personale unite alle critiche per il progetto che coinvolge da giugno di quest’anno il piazzale della scuola di economia. Lo stesso preside di Economia boccia categorica­mente lo spazio Malerbe: «Il risultato non è quello che ci si attendeva, è una porcheria — attacca —. Ci sono arredi di dubbio gusto che lasciano spazi scoperti, se si vuole trasformar­e la piazza in un giardino lo si faccia per davvero non si lasci un parcheggio con dei fiori intorno». Uno spazio che quando non è vissuto dagli studenti viene usato «dagli spacciator­i per nascondere le dosi e come orinatoio a cielo aperto. Ho persino rischiato il furto della mia bici».

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