Blitz antagonista Il rettore blinda Giurisprudenza: giusto chiudere
Blitz del Cua, il rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini sta con la facoltà di Giurisprudenza e appoggia la scelta fatta dalla preside di Legge, Nicoletta Sarti: «È stato giusto chiudere, chiamare le forze dell’ordine dev’essere solo l’extrema ratio». Sui collettivi: «Non è possibile imporsi così attraverso metodi che non hanno nulla di democratico».
«La critica è sempre lecita, ma non deve limitare la libertà degli altri». Il rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini, è chiaro sui fatti accaduti lunedì scorso a Giurisprudenza, quando i ragazzi dei collettivi Cua e Hobo hanno cercato di impedire, riuscendoci, lo svolgimento di un incontro programmato da Azione universitaria, associazione studentesca di destra. «La critica è un elemento di vitalità, le porte dell’università devono rimanere sempre aperte, ma non è possibile imporsi così attraverso metodi che non hanno nulla di democratico», spiega a margine di un incontro organizzato da Lamborghini a Ingegneria. Ubertini esprime la sua solidarietà alla numero uno di legge, Nicoletta Sarti, che in questi giorni aveva dichiarato di essersi sentita sola a gestire una situazione che rischiava di esplodere. A promuovere il suo operato, compresa la decisione di aver chiuso la facoltà per garantire l’incolumità degli studenti, ci ha pensato lo stesso rettore. «Quando ho saputo che cosa era successo non mi trovavo in città, ma avrei preso esattamente la stessa decisione. L’incolumità dei ragazzi prima di tutto. Dobbiamo renderci conto che stiamo parlando di un gruppo di persone che cerca solo visibilità mediatica. Nessuno vuole arrivare a dover chiamare ogni volta le forze dell’ordine: questa deve rimanere sempre l’ultima ratio». E sull’incontro in questione organizzato da Azione universitaria, riguardo al quale la Sarti si è detta ingannata, verranno fatte tutte le valutazioni del caso. «Non voglio dover arrivare a chiudere le porte, oggi agli studenti di Ingegneria ho detto che le porte dell’Alma Mater saranno sempre aperte per loro e così devono rimanere — continua —. Uno spazio per la critica e il dibattito in università non verrà mai negato, ma sarà sempre impedita sul nascere qualsiasi forma di violenza, come l’irruzione dei collettivi di lunedì scorso». La preside si era detta «ingannata» perché «l’incontro per cui era stata data l’autorizzazione non aveva una connotazione politica così forte come invece abbiamo verificato da altre fonti».