La street art video sulle note di Bach Con il naso all’insù per Bosso e Rusty
In viaggio nel futuro, suonando disegnando il presente con la luce e nell’aria. Emozione e stupore, mille pensieri e l’importanza di essere lì, di vivere un’esperienza, condividere e ragionare. Evento unico e irripetibile, certamente registrato e custodito in un hardisk, quello consumato ieri sera davanti al nuovo spazio espositivo dell’Opificio Golinelli, il Centro delle Arti e delle Scienze, progettato da Mario Cucinella Architects e all’interno del grande edificio bianco, fucina di esperimenti e didattica scientifica: due artisti in simbiotica creazione, il maestro Ezio Bosso in sala a dirigere la sua orchestra Stradivari di Cremona, il writer bolognese Rusty davanti alla facciata del nuovo padiglione con un visore che gli permetterà di dipingere virtualmente quello spazio bianco.
Performance d’arte, scienza e tecnologia, ma anche di talento e cuore. Un regalo che Marino Golinelli ha fatto alla città e che ha coinciso con il suo 97° compleanno festeggiato con una torta del giovane Francesco Elmi. Gioia e piacere in tutti i presenti. Prima i vip e le personalità che hanno salutato in sala e pubblicamente le ultime iniziative dell’imprenditore e poi tagliato il nastro dei freschi 700 mq espositivi che saranno inaugurati al pubblico domani con la mostra Imprevedibile; poi i cittadini che davvero numerosi, almeno 500 persone, hanno assistito alla performance di videostreetart (un unicum) nel piazzale antistante: tanti bambini, molti giovani, residenti del quartiere, curiosi e appassionati.
Uno schermo in sala, dove si suonerà, che riprende l’artista visuale immerso in una luce blu, con il visore indossato e che da lì a poco con braccia e mani che si agitano nell’aria come un direttore d’orchestra e i disegni che prendono corpo sul padiglione verrà seguito a bocca aperta dal pubblico e poi uno schermo all’esterno che riprende Ezio Bosso, seduto al pianoforte sulla sua sedia (progettata dagli architetti bolognesi Diverserighe che hanno anche progettato l’Opificio stesso) pronto a interpretare il programma «Da Bach a Bosso». «Io cercherò di seguire Rusty e lui me, ci proviamo», dirà con un filo di voce. Rusty lo ascolta dentro il suo visore. Poi il via al concerto e il writer offre il suo segno alla folla, smartphone in mano. In sala Marino in prima fila, poi la moglie Paola, tutta la Fondazione e invitati di prestigio (occasione importante, un imprenditore che riversa sul territorio e ai cittadini parte della propria ricchezza e sapere: un esempio per i colleghi) come il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, il ministro all’Ambiente Gianluca Galletti, il sindaco Virginio Merola, il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini e tanti altri, conquistati non solo dalla forza di Bosso, ma in generale dal progetto globale di Golinelli, generoso fino alla fine e fin dal principio, e che continuerà con altri edifici che porteranno l’Opificio a 14 mila metri quadrati totali. Il futuro arriverà e sta già correndo verso di noi.
Intanto Bosso e Rusty proseguono nella loro danza di 43’, rincorrendo un unisono che conquista il pubblico. Coinvolgente, musica e disegno, arte e matematica, scienza e creazione (umana). Il finale, soprattutto quello sarà umano, con Ezio sfinito che chiude con qualche attimo d’anticipo il concerto, riversandosi senza forze sul pianoforte, e Rusty spiazzato da questa sfasatura che lascia anche lui la sua bomboletta virtuale, si toglie il visore e distrutto barcolla sotto le luci blu, riprendendosi poco dopo e aggiungendo la sua firma, il gesto mancante, al suo pezzo, che da lì a poco sparirà. Poco dopo ecco il futuro: tre ragazzini delle scuole medie che emulano Rusty (dopo aver frequentato in questi giorni l’Opificio e usato il visore).
Per il compleanno In platea, tra gli altri, sindaco, rettore, il ministro Galletti e tanti imprenditori