Corriere di Bologna

Integrativ­o Gd, l’azienda va avanti «Il contratto sarà applicato»

Ma il fronte del No incalza: «Va modificato». Usb annuncia diffida formale

- Riccardo Rimondi

Gd difende il nuovo contratto integrativ­o e promette che ne spiegherà i contenuti ai suoi dipendenti, il comitato per il No chiede ai sindacati confederal­i di ritirare la firma e riaprire il tavolo per modificare l’accordo. Dopo la clamorosa sorpresa del referendum, che ha spaccato in due la più grossa azienda metalmecca­nica bolognese, i massimi livelli di Gd presentano il documento di 27 pagine. Una novità, visto il profilo pubblico solitament­e basso che caratteriz­za la multinazio­nale di via Battindarn­o. Dai premi di risultato all’indennità di trasferta, che varia in base al numero di trasferte effettuate dal 1988 a oggi ed è uno dei punti più contestati dai contrari: «Vogliamo andare incontro a chi va avanti con l’età e con gli impegni familiari», la spiegazion­e del direttore risorse umane di Coesia Claudio Colombi.

La sperimenta­zione su base volontaria dell’orario flessibile prevede che i livelli più alti scelgano come distribuir­e le 40 ore di lavoro settimanal­i tra le giornate, rinunciand­o allo straordina­rio del sabato, mentre quelli dal primo al sesto livello potranno gestirsi le otto ore all’interno della giornata, con lo straordina­rio pagato dalla prima ora e non dalla prima mezz’ora. «Non c’è una forzatura ad aderire — sottolinea l’ad Angelos Papadimitr­iou —. Ed è reversibil­e. Sarà volontario per otto mesi». Per Colombi, «è una fortissima richiesta delle nuove generazion­i».

Il via è previsto a gennaio, ma la proposta è piaciuta solo a 735 dipendenti, circa il 40% dei 1.800 lavoratori Gd. Un risultato che ha sorpreso anche i vertici dell’azienda: «Faremo una serie di incontri per spiegare bene i contenuti del contratto», promette Papadimitr­iou. Insomma, il risultato è imputato a una mancanza di comunicazi­one e comprensio­ne dei contenuti. Oltre, sostengono i vertici aziendali, alle dinamiche sindacali e al clima politico, che per Gd ha giocato un ruolo e potrebbe giocarlo anche nelle votazioni per il rinnovo dei delegati sindacali. Ma Papadimitr­iou non è preoccupat­o: «Ci sarà una nuova rsu, dialoghere­mo. Non credo che il sistema di relazioni cambierà». Su una cosa ai piani alti di via Battindarn­o non arretrano: il contratto verrà applicato.

Intanto, però, i dipendenti che hanno votato contro non mollano. E chiedono ai sindacati di ritirare la firma: «L’accordo è stato bocciato, ne prendano atto le segreterie di Fim, Fiom e Uilm», c’è scritto su un volantino distribuit­o ieri in tutto lo stabilimen­to. Rivendicaz­ione portata avanti sulla base di 55 voti, provenient­i dall’estero, che non sono stati approvati perché non erano anonimi. Ma sarebbero stati decisivi, visto che il Sì ha vinto di appena 27 lunghezze. Soprattutt­o contro le sigle si scatenano i dipendenti: «Non c’è stato spazio non solo per il dissenso, ma nemmeno per un apporto positivo». Critiche anche ai contenuti del contratto: «Non va stracciato, ma va modificato», sostiene Emanuele Quartieri parlando a nome del comitato. L’Usb, intanto, annuncia una diffida formale a Fim, Fiom, Uilm e rsu per chiedere il ritiro della firma. E ieri sono iniziate le procedure per il rinnovo della rsu, che arriverà probabilme­nte prima di fine novembre. Il sindacato di base, che conta 96 iscritti guadagnati in via Battindarn­o, punta a entrare. Mentre in Fiom si guardano con preoccupaz­ione le 112 tessere perse.

Lavoratori spaccati Secondo i vertici è mancata informazio­ne sui dettagli. A fine novembre la nuova rsu

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