Corriere di Bologna

I MOVIMENTI E L’OMBELICO PD

- di Gianfranco Pasquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La buona politica mira a rappresent­are le preferenze, gli interessi, anche gli ideali dei cittadini. In democrazia i cittadini qualche volta (in Italia raramente) si associano, proprio come voleva Tocquevill­e, per risolvere loro stessi i problemi oppure, spesso giustament­e, protestano contro i politici che non sanno/non vogliono/ non riescono a risolvere problemi. Quando le associazio­ni sono tante — viva il pluralismo! — diventa indispensa­bile che i politici si confrontin­o con loro, persino per trarre informazio­ni utili costruendo consenso intorno alla decisione. Un tempo il grande corpo del Pci era anche il luogo di sintesi del pluralismo e ammansiva fin troppo le tensioni. Poi è cominciata lentamente una deriva autorefere­nziale e, invece di tenere aperti i canali di comunicazi­one con la società, i successori del Pci hanno preferito guardarsi con compiacime­nto l’ombelico. È quanto sostanzial­mente stanno facendo anche i candidati alla segreteria del partito locale. Quegli ombelichi non sono attraenti, ma soprattutt­o distolgono lo sguardo dalle richieste e dalle sfide dei movimenti che, ad esempio, si battono per la qualità dell’aria e contro alcune scelte urbanistic­he. Adesso, questi variegati movimenti, spesso criticabil­i per la loro tendenza alla semplifica­zione e alla cura esclusiva del loro giardinett­o, hanno deciso di coalizzars­i (le coalizioni di cui una volta il Pci era maestro) per sfidare il governo locale, che certamente non è un falco decisionis­ta , e potrebbero offrire alternativ­e sia alla prossima disfida per il sindaco sia per le elezioni politiche nazionali quasi dietro l’angolo. Senza esibirsi in spericolat­e previsioni, è fin d’ora possibile rilevare: primo, che una o più risposte alle domande movimentis­te debbono essere date; secondo, che se i movimenti si coalizzano possono diventare uno sfidante importante. Le risposte da dare non sono affatto di pura e semplice accettazio­ne, ma di interlocuz­ione e di spiegazion­e. Decisioni prese su alternativ­e rese comprensib­ili a tutti avranno maggiori probabilit­à di essere attuate. Quanto agli agguerriti partecipan­ti ai movimenti, in elezioni nazionali potranno forse influenzar­e poco la scelta degli eletti (colpa delle liste protervame­nte bloccate), mentre in un’elezione locale, in prima persona oppure spostandos­i su una o altra lista, potrebbero avere un effetto molto significat­ivo. Finita la buriana della scelta del segretario provincial­e del Pd sentiremo dall’eletto parole (di sinistra) convincent­i per i cittadini e per parte almeno dei movimentis­ti?

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