I MOVIMENTI E L’OMBELICO PD
La buona politica mira a rappresentare le preferenze, gli interessi, anche gli ideali dei cittadini. In democrazia i cittadini qualche volta (in Italia raramente) si associano, proprio come voleva Tocqueville, per risolvere loro stessi i problemi oppure, spesso giustamente, protestano contro i politici che non sanno/non vogliono/ non riescono a risolvere problemi. Quando le associazioni sono tante — viva il pluralismo! — diventa indispensabile che i politici si confrontino con loro, persino per trarre informazioni utili costruendo consenso intorno alla decisione. Un tempo il grande corpo del Pci era anche il luogo di sintesi del pluralismo e ammansiva fin troppo le tensioni. Poi è cominciata lentamente una deriva autoreferenziale e, invece di tenere aperti i canali di comunicazione con la società, i successori del Pci hanno preferito guardarsi con compiacimento l’ombelico. È quanto sostanzialmente stanno facendo anche i candidati alla segreteria del partito locale. Quegli ombelichi non sono attraenti, ma soprattutto distolgono lo sguardo dalle richieste e dalle sfide dei movimenti che, ad esempio, si battono per la qualità dell’aria e contro alcune scelte urbanistiche. Adesso, questi variegati movimenti, spesso criticabili per la loro tendenza alla semplificazione e alla cura esclusiva del loro giardinetto, hanno deciso di coalizzarsi (le coalizioni di cui una volta il Pci era maestro) per sfidare il governo locale, che certamente non è un falco decisionista , e potrebbero offrire alternative sia alla prossima disfida per il sindaco sia per le elezioni politiche nazionali quasi dietro l’angolo. Senza esibirsi in spericolate previsioni, è fin d’ora possibile rilevare: primo, che una o più risposte alle domande movimentiste debbono essere date; secondo, che se i movimenti si coalizzano possono diventare uno sfidante importante. Le risposte da dare non sono affatto di pura e semplice accettazione, ma di interlocuzione e di spiegazione. Decisioni prese su alternative rese comprensibili a tutti avranno maggiori probabilità di essere attuate. Quanto agli agguerriti partecipanti ai movimenti, in elezioni nazionali potranno forse influenzare poco la scelta degli eletti (colpa delle liste protervamente bloccate), mentre in un’elezione locale, in prima persona oppure spostandosi su una o altra lista, potrebbero avere un effetto molto significativo. Finita la buriana della scelta del segretario provinciale del Pd sentiremo dall’eletto parole (di sinistra) convincenti per i cittadini e per parte almeno dei movimentisti?