Corriere di Bologna

«Il tuo amico è straniero, niente casa»

La denuncia di Carlo, fuorisede, che cercava un affitto con Yosef, italiano di colore

- di Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Quando l’agente ci ha visti ha detto che non affittano a persone extracomun­itarie, quando abbiamo iniziato a protestare ha detto “non affittiamo a stranieri”. Io le ho detto che il mio amico è italiano come me, allora ha tagliato corto e ha detto che non avevano più appartamen­ti liberi».

Ecco la denuncia dello studente fuorisede Carlo che insieme all’amico Yosef voleva affittare una casa in via Donati Creti. Ma l’agenzia rifiuta le accuse.

Erano andati nella residenza di pregio, con i soldi in tasca per le caparre, convinti di aver finalmente trovato un appartamen­to da condivider­e dopo un mese e mezzo di ricerche. Ma all’appuntamen­to invece di firmare il contratto la risposta sarebbe stata: «Non accettiamo extracomun­itari». Per Carlo Donati, studente di Scienze della comunicazi­one 21enne, e Yosef Cambrini, 19enne matricola a Scienze motorie, non sarebbe altro che l’ennesima storia di ordinario razzismo, una discrimina­zione in piena regola dovuta al colore della pelle di Yosef, nato a Ravenna proprio come il suo amico. «Due giorni fa — racconta Carlo — su un gruppo Facebook abbiamo trovato l’annuncio di due ragazzi veneti che avevano trovato una bella casa in via Donato Creti, nella residenza P-House, ma avevano bisogno di due inquilini». Il giorno dopo — ieri, ndr — i quattro si conoscono, si trovano in sintonia e decidono di andare insieme all’appuntamen­to per la firma del contratto, ma l’incontro non va come dovrebbe. «La referente della Giulia immobiliar­e che gestisce le residenze — spiega ancora Carlo — quando ci ha visti ha detto che non affittano a persone extracomun­itarie, quando abbiamo iniziato a protestare ha detto “non affittiamo a stranieri”. Io le ho detto che il mio amico è italiano come me, allora ha tagliato corto e ha detto che non avevano più appartamen­ti liberi. Ma allora perché darci l’appuntamen­to?». Abbiamo rivolto la stessa domanda alla referente della Giulia immobiliar­e che i ragazzi hanno incontrato ieri mattina. «Non è vero, non discrimini­amo nessuno, noi lavoriamo sempre con gli stranieri, affittiamo tante residenze, chiediamo solo che abbiano dei redditi in Italia». Sarebbe stata dunque solo una questione di garanzie e non una discrimina­zione per l’agente che aggiunge: «Al momento comunque non ci sono appartamen­ti liberi». Resta la domanda: perché fissare un appuntamen­to con i due inquilini veneti se non c’era disponibil­ità di appartamen­ti nella P-House? La referente aggiunge: «Sul nostro sito è specificat­o che bisogna iscriversi a una lista d’attesa e si verrà ricontatta­ti quando si libererà un appartamen­to». Vero, ma in un’altra sezione del sito ci sono le piantine dei trilocali liberi in via Donato Creti, pubblicizz­ati anche sulla pagina Facebook dell’agenzia. «Forse i ragazzi sono solo arrabbiati perché non trovano casa». La vicenda è stata sollevata dal papà di Carlo, Filippo Donati, conosciuto albergator­e e presidente di Assohotel Ravenna, che su Facebook ha scritto: «Mio figlio mi ha chiamato, biascicava le parole e ho sentito dirgli una cosa devastante. Si sono visti respingere in meno di cinque minuti perché Yosef è nero».

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