«Il tuo amico è straniero, niente casa»
La denuncia di Carlo, fuorisede, che cercava un affitto con Yosef, italiano di colore
«Quando l’agente ci ha visti ha detto che non affittano a persone extracomunitarie, quando abbiamo iniziato a protestare ha detto “non affittiamo a stranieri”. Io le ho detto che il mio amico è italiano come me, allora ha tagliato corto e ha detto che non avevano più appartamenti liberi».
Ecco la denuncia dello studente fuorisede Carlo che insieme all’amico Yosef voleva affittare una casa in via Donati Creti. Ma l’agenzia rifiuta le accuse.
Erano andati nella residenza di pregio, con i soldi in tasca per le caparre, convinti di aver finalmente trovato un appartamento da condividere dopo un mese e mezzo di ricerche. Ma all’appuntamento invece di firmare il contratto la risposta sarebbe stata: «Non accettiamo extracomunitari». Per Carlo Donati, studente di Scienze della comunicazione 21enne, e Yosef Cambrini, 19enne matricola a Scienze motorie, non sarebbe altro che l’ennesima storia di ordinario razzismo, una discriminazione in piena regola dovuta al colore della pelle di Yosef, nato a Ravenna proprio come il suo amico. «Due giorni fa — racconta Carlo — su un gruppo Facebook abbiamo trovato l’annuncio di due ragazzi veneti che avevano trovato una bella casa in via Donato Creti, nella residenza P-House, ma avevano bisogno di due inquilini». Il giorno dopo — ieri, ndr — i quattro si conoscono, si trovano in sintonia e decidono di andare insieme all’appuntamento per la firma del contratto, ma l’incontro non va come dovrebbe. «La referente della Giulia immobiliare che gestisce le residenze — spiega ancora Carlo — quando ci ha visti ha detto che non affittano a persone extracomunitarie, quando abbiamo iniziato a protestare ha detto “non affittiamo a stranieri”. Io le ho detto che il mio amico è italiano come me, allora ha tagliato corto e ha detto che non avevano più appartamenti liberi. Ma allora perché darci l’appuntamento?». Abbiamo rivolto la stessa domanda alla referente della Giulia immobiliare che i ragazzi hanno incontrato ieri mattina. «Non è vero, non discriminiamo nessuno, noi lavoriamo sempre con gli stranieri, affittiamo tante residenze, chiediamo solo che abbiano dei redditi in Italia». Sarebbe stata dunque solo una questione di garanzie e non una discriminazione per l’agente che aggiunge: «Al momento comunque non ci sono appartamenti liberi». Resta la domanda: perché fissare un appuntamento con i due inquilini veneti se non c’era disponibilità di appartamenti nella P-House? La referente aggiunge: «Sul nostro sito è specificato che bisogna iscriversi a una lista d’attesa e si verrà ricontattati quando si libererà un appartamento». Vero, ma in un’altra sezione del sito ci sono le piantine dei trilocali liberi in via Donato Creti, pubblicizzati anche sulla pagina Facebook dell’agenzia. «Forse i ragazzi sono solo arrabbiati perché non trovano casa». La vicenda è stata sollevata dal papà di Carlo, Filippo Donati, conosciuto albergatore e presidente di Assohotel Ravenna, che su Facebook ha scritto: «Mio figlio mi ha chiamato, biascicava le parole e ho sentito dirgli una cosa devastante. Si sono visti respingere in meno di cinque minuti perché Yosef è nero».