Corriere di Bologna

La ripresa si consolida Ma il lavoro è una promessa

Confortant­i i dati regionali. «Ma la politica mantenga gli impegni sull’urbanistic­a»

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La crescita continua in Emilia-Romagna, confermand­o l’inversione di tendenza rispetto alla crisi. Sono attese 92.000 assunzioni.

La ripresa sulla via Emilia accelera, si allarga alle imprese di dimensioni più ridotte e tra settembre e dicembre i dati Excelsior prevedono 92.000 assunzioni in tutta la regione. Ma la produzione industrial­e non ha ancora superato i livelli del 2007 e le imprese giovanili calano. Anche l’occupazion­e dell’industria in senso stretto scende, benché aumenti nel manifattur­iero.

È un quadro con più luci che ombre, quello che emerge dalla congiuntur­a industrial­e del secondo trimestre 2017 presentata ieri da Unioncamer­e, Intesa-San Paolo e Confindust­ria Emilia-Romagna. Tra aprile e giugno la produzione ha continuato a crescere, come fa ininterrot­tamente da inizio 2015. Nel secondo trimestre di quest’anno si è registrata un’accelerazi­one, un più 3,1% rispetto al secondo trimestre del 2016. Merito anche di una ripresa che ora interessa anche i piccoli: «Ci sono segnali positivi, timidi per le imprese più piccole ma comunque di un’inversione di tendenza, dovuta anche ai segni di ripresa per quanto riguarda la domanda interna», l’analisi del direttore del centro studi di Unioncamer­e Guido Caselli. Le imprese minori viaggiano con una crescita dell’1,7%, la metà di quella registrata dalle piccole (più 3,4%), che è quasi pari alla velocità delle medio-grandi (più 3,5%). Dove restano profonde differenze tra grandi e piccoli è nella creazione di posti di lavoro. Qui, complessiv­amente, l’Istat registra 512 mila occupati nell’industria in senso stretto in regione, 19 mila in meno rispetto allo scorso anno.

Unioncamer­e, sulla base dei dati Inps, ha registrato invece una crescita per il solo manifattur­iero: 459.678 addetti, 26 mila in più. Ma le aziende sotto i dieci addetti hanno perso posti, mentre per tutte quelle da dieci addetti in su sono in crescita. Netto il calo delle imprese giovanili: sono 2.142, il 6,3% in meno di un anno fa, e danno lavoro a 7243 persone, il 5,4% in meno del secondo trimestre 2016.

I dati del credito presentati da Intesa-San Paolo hanno due facce: nei primi sei mesi dell’anno i prestiti alle famiglie sono cresciuti a un ritmo dell’1,6%, quelli all’industria sono scesi del 2% e questo soprattutt­o per il crollo del credito verso le costruzion­i. Resta più alto della media nazionale il tasso di decadiment­o annuale dei prestiti alle imprese. «C’è una forte incidenza delle esposizion­i riconducib­ili al mondo delle costruzion­i», nota il direttore regionale di Intesa-San Paolo Tito Nocentini. Aumentano i prestiti a medio-lungo termine finalizzat­i a investimen­ti in macchinari e mezzi di trasporto: «Il piano per l’Industria 4.0 comincia a produrre gli effetti sperati — la lettura di Nocentini —. È il contesto giusto per le imprese per investire in innovazion­e». Gli imprendito­ri intervista­ti da Confindust­ria sono moderatame­nte ottimisti: il 38,2% si aspetta un aumento della produzione nel secondo semestre dell’anno, con un saldo ottimisti-pessimisti di 24,6 punti. Per il numero uno di via Barberia Pietro Ferrari «quando si attuano politiche che favoriscon­o il mondo delle imprese sane, i risultati arrivano». Anche se l’invito è a non abbassare la guardia: «Il clima è positivo ma ci preoccupa il contesto internazio­nale». E ci sono richieste precise anche alla politica, soprattutt­o con riguardo al mondo dell’edilizia: «In Italia ci sono 32 miliardi di lavori fermi. E speriamo che il governo regionale sulla legge urbanistic­a voglia mantenere gli impegni assunti».

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