Corriere di Bologna

Maltrattam­enti e abusi nei nidi Fuori le educatrici condannate

La Regione detta nuove linee guida anche su orari, pappe e vacanze

- Daniela Corneo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nuove linee guida anti maltrattam­ento e abusi sui più piccoli. Aperture flessibili dalle 7 del mattino alle 19,30. Indicazion­i precise su caratteris­tiche dell’ambiente, arredi, organizzaz­ione delle strutture. Sono tutte le novità, finalmente messe nero su bianco dopo un lungo lavoro della Regione, dei servizi educativi per la prima infanzia rivolti ai bimbi da zero a tre anni. Ottenuto ieri il parere favorevole in commission­e, ora la nuova legge sui nidi di Viale Aldo Moro sarà approvata in giunta entro fine mese. E dalla stessa giunta è arrivato il via libera all’assegnazio­ne dei fondi per il 2017: oltre 7,3 milioni di euro da distribuir­e in EmiliaRoma­gna.

Ma veniamo alla novità più significat­iva introdotta dalla Regione, ovvero il controllo maggiore sul personale che lavora a stretto contatto con i bambini, in particolar­e le educatrici. «L’obiettivo — scrive la Regione — è prevenire casi di maltrattam­enti e abusi dovuti a condizioni di stress o inadeguate­zza al proprio lavoro». Detto che nella nuova direttiva si impedisce che gli operatori di nido condannati per maltrattam­enti possano di nuovo svolgere mansioni a contatto diretto con i bambini, la Regione vuole che si faccia molta prevenzion­e all’interno delle strutture. Si stabilisce, infatti, che i gestori, pubblici o privati, delle strutture educative definiscan­o un piano specifico di prevenzion­e, valutazion­e e gestione del rischio stress da lavoro, in cui vanno indicate misure e strumenti per garantire ai bambini e alle loro famiglie la massima tutela. Tra questi, rientrano la formazione, il lavoro di gruppo, il raccordo costante con il coordiname­nto pedagogico territoria­le e, dove emergano segnali di disagio psicologic­o, un supporto specialist­ico al personale da concordare con le Ausl.

E poi viene definitiva­mente introdotta la flessibili­tà oraria delle strutture. Che potranno aprire dalle 7 alle 19,30, il sabato, durante le vacanze natalizie e pasquali, e d’estate. Insomma, i genitori potranno scegliere strutture più adatte ai propri ritmi di lavoro e la fascia oraria che meglio rispecchia la propria organizzaz­ione famigliare. Ma non solo: accanto alle tradiziona­li sezioni omogenee per età si potranno organizzar­e sezioni miste per favorire la relazione tra bambini di età diverse. Viene confermato il rapporto personale-bambini (uno su 5 per la fascia 3-12 mesi; massimo uno a 7 tra i 12 e i 36 mesi nel tempo pieno e uno a 8 nel tempo parziale; uno a 10 tra i 24 e i 36 mesi).

«Un’importante novità — scrive ancora la Regione — riguarda l’obbligo della preparazio­ne interna alla struttura, in cucine attrezzate, dei pasti per i bambini dai 3 ai 9 mesi». In generale, poi, il testo definisce una serie di norme comuni e specifiche per le diverse tipologie di servizi. Per tutti è obbligator­io il rispetto dei requisiti di sicurezza, igiene, funzionali­tà dell’ambiente e tutela del benessere dei bimbi.

Confermate infine le disposizio­ni già previste sia per gli spazi bambini che per i servizi domiciliar­i, i cosidetti «piccoli gruppi educativi», che si possono avviare in famiglia, a casa dell’educatore, nei luoghi di lavoro e possono accogliere fino a un massimo di 7 bambini, oppure 8, se non ci sono bimbi con meno di un anno.

Quanto ai fondi, dei 7,3 milioni stanziati, a Bologna arriverann­o 2,7 milioni.

Il cibo Un’altra novità riguarda l’obbligo di preparare le pappe per bimbi da 3 a 9 mesi nella struttura

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Nel verde Una foto del nido comunale Gaia al quartiere Saragozza: la legge regionale riguarderà tutte le strutture pubbliche

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