Corriere di Bologna

«Ferrara superiore in tutto Tiferò per i biancoazzu­rri, da voi solo tante belle donne»

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vittorio Sgarbi, sarà un weekend di passione: Bologna e Ferrara, sport e non arte.

«È chiaro che tengo per la Spal, sono nato a Ferrara. Cosa vuoi che me ne freghi di Bologna, niente. C’ho giusto studiato, non ho collegamen­ti sentimenta­li».

Pensavamo che tutti quegli anni all’Università…

«No aspetta. Bologna è importante perché lì nel 1969 ho avuto la prima avventura sessuale. Allora però non c’erano i gay o meglio erano pochi...» Non vada fuori tema… «Niente, era la figlia di un deputato del Pci, questo ricordo. Beh, da allora non mi sono più fermato… Vabbè ora che ho 65 anni qualche volta salto, ma non per mancanza di donne».

Torniamo alla sfida Bologna-Ferrara?

«Ho sempre tifato Spal, cioè da piccolo e fino al ’68 quando è finito tutto. La rivolta studentesc­a ha spazzato via le credenze calcistich­e, la passione è finita».

Fra l’altro proprio nel ’68 la Spal retrocesse. La passione non le è più tornata?

«Ora che siamo di nuovo in A, sì certo, proprio quella da adolescent­e».

La portavano allo stadio?

«Poco. Però ero tifoso. Ricordo che uno dei più famosi era un certo Massei mi pare. La Spal poi ha un bell’acronimo: Società Polisporti­va Ars et Labor. Io tengo per lei, basta» Bologna invece… «Solo molte belle ragazze, Bologna mi fa venire in mente quello. Se penso a Ferrara invece vedo la nebbia».

Suvvia, a Bologna c’è anche Palazzo Fava dove lei ha curato una mostra, ricorda?

«Ma certo, quella mia bellissima mostra, poi però ho dovuto perdere tempo polemizzan­do con Benati, lasciamo stare. Preferisco ricordare i miei maestri universita­ri, gli Arcangeli, i Volpe, grandi studiosi».

La grande arte dovrebbe unire: voi il Palazzo dei Diamanti, qui il Mambo…

«Che nome è Mambo: ma come si fa? E comunque gli artisti famosi di Bologna arrivavano da Ferrara, la cui scuola era molto sofisticat­a, poche storie: da Francesco del Cossa a Ercole de’ Roberti… Il Guercino, di Cento, è a metà, 50 e 50, diciamo che è il nostro trait d’union».

Quindi per lei il Seicento bolognese vale poco.

«Bologna è interessan­te giusto per quello. Io posseggo due sculture di uno degli artisti più grandi che ha avuto Bologna e a cui ha dato la più bella scultura che c’è, il Compianto: parlo di Niccolò dell’Arca di cui ho un’aquila e un San Domenico».

Ecco, vede? Domenica viene al Dall’Ara?

«Potrei, sì. Aspetta che guardo l’agenda… No, domenica sono a Moriago della Battaglia…». A fare cosa? «Devo presentare un artista, ciao, forza Spal».

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Critico L’esperto d’arte Vittorio Sgarbi, tifoso della Spal

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