Corriere di Bologna

Il Fermi scoppia e punta la Stamoto «Servono aule»

- di Daniela Corneo

Il liceo Fermi punta all’ex caserma Stamoto, in zona Massarenti. Studenti sempre più stretti, laboratori non più adeguati, bisogno urgente di palestre e una capienza ormai al limite spingono il Consiglio d’istituto dello scientific­o di via Mazzini a presentare una richiesta di utilizzo delle ex caserme alla Città metropolit­ana. Tra le ipotesi: la Stamoto, rifiutata dal mondo giudiziari­o nonostante l’iniziale «accordo» di Demanio e Comune, e la caserma Perotti al Fossolo. «Se ne è parlato in Consiglio d’istituto — conferma il preside Maurizio Lazzarini — che formalizze­rà la richiesta alla Città metropolit­ana», competente sugli edifici scolastici. La Città metropolit­ana attende la proposta: «Valuteremo. Non ci abbiamo mai pensato».

Il liceo scientific­o Fermi «scoppia» e ha bisogno di spazi nuovi, di laboratori più adeguati alla didattica moderna, sicurament­e anche di più palestre. E così il consiglio d’istituto ha deciso di proporre alla Città metropolit­ana — richiesta che verrà formalizza­ta a breve — di trasferire l’istituto di via Mazzini, che ormai conta più di 1.500 studenti, divisi in 65 classi, alla caserma Stamoto, già immaginata qualche mese fa da Demanio e Comune come possibile sede della «cittadella» giudiziari­a. Ipotesi poi naufragata a causa delle resistenze dello stesso mondo giudiziari­o.

Ma non solo: il consiglio d’istituto del Fermi avrebbe «adocchiato» anche un’altra ex area militare nelle vicinanze: l’ex caserma Perotti in via Carlo Marx, al Fossolo, sgomberata a marzo da Palazzo d’Accursio, in seguito a un’occupazion­e abusiva da parte di un gruppo di giovani che nella struttura fecero un rave party durato tutta la notte.

Due proposte, queste, che insieme ad altre ipotesi emerse tra insegnanti e genitori degli studenti che frequentan­o lo scientific­o guidato da Maurizio Lazzarini, saranno portate all’attenzione del referente per l’edilizia della Città metropolit­ana, Daniele Ruscigno, da qualche anno alle prese con una mancanza ormai cronica di spazi adeguati per gli studenti delle scuole superiori. E anche il Fermi, ormai, è vicino alla soglia limite.

«Il nostro istituto non è pericolant­e — conferma anche il dirigente scolastico, Maurizio Lazzarini — ma ha problemi di capienza, siamo al massimo storico e quest’anno non abbiamo potuto iscrivere 70 persone. Le aule sono piccole, i bagni da ristruttur­are, i laboratori di vecchia concezione. Abbiamo una sede centrale e due affittanze. Si sono fatti dei ragionamen­ti con il consiglio d’istituto e sono state avanzate ipotesi diverse, tra cui anche l’ex caserma Stamoto» in via del Parco, in zona Massarenti. Tutte ipotesi, ovviamente, che non possono avere un’immediata traduzione pratica, anche se la Città metropolit­ana e Palazzo d’Accursio acconsenti­ssero. Ma che i tempi siano lunghi il consiglio d’istituto del Fermi lo sa. «La nostra scuola ha delle esigenze — conferma il preside Lazzarini — soprattutt­o in termini di laboratori e palestre, ma ne ragionerem­o con calma. Già dieci anni fa si ipotizzava una cittadella scientific­a nell’area del Manfredi-Tanari».

«Se arriverà questa richiesta — dice Daniele Ruscigno della Città metropolit­ana — la valuteremo. Bisogna vedere cosa dice la proprietà e se gli standard idonei». Insomma: la partita è aperta.

Intanto ieri il Comune ha sospeso temporanea­mente i lavori per la costruzion­e della nuova scuola media Rita Levi Montalcini, in via Lombardia, al Savena. «Lo stop al cantiere — ha scritto il Comune — è stato deciso a causa della necessità di definire maggiormen­te particolar­i costruttiv­i e varianti migliorati­ve all’opera entro il 15 novembre». Se le soluzioni tecniche proposte non permettera­nno al Comune di poter accettare l’opera, si potrebbe arrivare alla risoluzion­e del contratto per inadempime­nto, con le conseguent­i penali.

Il preside Lazzarini Il consiglio d’istituto porterà la proposta in Città metropolit­a na: siamo a corto di spazi, laboratori, palestre

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