Il Fermi scoppia e punta la Stamoto «Servono aule»
Il liceo Fermi punta all’ex caserma Stamoto, in zona Massarenti. Studenti sempre più stretti, laboratori non più adeguati, bisogno urgente di palestre e una capienza ormai al limite spingono il Consiglio d’istituto dello scientifico di via Mazzini a presentare una richiesta di utilizzo delle ex caserme alla Città metropolitana. Tra le ipotesi: la Stamoto, rifiutata dal mondo giudiziario nonostante l’iniziale «accordo» di Demanio e Comune, e la caserma Perotti al Fossolo. «Se ne è parlato in Consiglio d’istituto — conferma il preside Maurizio Lazzarini — che formalizzerà la richiesta alla Città metropolitana», competente sugli edifici scolastici. La Città metropolitana attende la proposta: «Valuteremo. Non ci abbiamo mai pensato».
Il liceo scientifico Fermi «scoppia» e ha bisogno di spazi nuovi, di laboratori più adeguati alla didattica moderna, sicuramente anche di più palestre. E così il consiglio d’istituto ha deciso di proporre alla Città metropolitana — richiesta che verrà formalizzata a breve — di trasferire l’istituto di via Mazzini, che ormai conta più di 1.500 studenti, divisi in 65 classi, alla caserma Stamoto, già immaginata qualche mese fa da Demanio e Comune come possibile sede della «cittadella» giudiziaria. Ipotesi poi naufragata a causa delle resistenze dello stesso mondo giudiziario.
Ma non solo: il consiglio d’istituto del Fermi avrebbe «adocchiato» anche un’altra ex area militare nelle vicinanze: l’ex caserma Perotti in via Carlo Marx, al Fossolo, sgomberata a marzo da Palazzo d’Accursio, in seguito a un’occupazione abusiva da parte di un gruppo di giovani che nella struttura fecero un rave party durato tutta la notte.
Due proposte, queste, che insieme ad altre ipotesi emerse tra insegnanti e genitori degli studenti che frequentano lo scientifico guidato da Maurizio Lazzarini, saranno portate all’attenzione del referente per l’edilizia della Città metropolitana, Daniele Ruscigno, da qualche anno alle prese con una mancanza ormai cronica di spazi adeguati per gli studenti delle scuole superiori. E anche il Fermi, ormai, è vicino alla soglia limite.
«Il nostro istituto non è pericolante — conferma anche il dirigente scolastico, Maurizio Lazzarini — ma ha problemi di capienza, siamo al massimo storico e quest’anno non abbiamo potuto iscrivere 70 persone. Le aule sono piccole, i bagni da ristrutturare, i laboratori di vecchia concezione. Abbiamo una sede centrale e due affittanze. Si sono fatti dei ragionamenti con il consiglio d’istituto e sono state avanzate ipotesi diverse, tra cui anche l’ex caserma Stamoto» in via del Parco, in zona Massarenti. Tutte ipotesi, ovviamente, che non possono avere un’immediata traduzione pratica, anche se la Città metropolitana e Palazzo d’Accursio acconsentissero. Ma che i tempi siano lunghi il consiglio d’istituto del Fermi lo sa. «La nostra scuola ha delle esigenze — conferma il preside Lazzarini — soprattutto in termini di laboratori e palestre, ma ne ragioneremo con calma. Già dieci anni fa si ipotizzava una cittadella scientifica nell’area del Manfredi-Tanari».
«Se arriverà questa richiesta — dice Daniele Ruscigno della Città metropolitana — la valuteremo. Bisogna vedere cosa dice la proprietà e se gli standard idonei». Insomma: la partita è aperta.
Intanto ieri il Comune ha sospeso temporaneamente i lavori per la costruzione della nuova scuola media Rita Levi Montalcini, in via Lombardia, al Savena. «Lo stop al cantiere — ha scritto il Comune — è stato deciso a causa della necessità di definire maggiormente particolari costruttivi e varianti migliorative all’opera entro il 15 novembre». Se le soluzioni tecniche proposte non permetteranno al Comune di poter accettare l’opera, si potrebbe arrivare alla risoluzione del contratto per inadempimento, con le conseguenti penali.
Il preside Lazzarini Il consiglio d’istituto porterà la proposta in Città metropolita na: siamo a corto di spazi, laboratori, palestre