Maroni incalza Bonaccini «Spero che ce la faccia»
«Faccio il tifo per Bonaccini anche se dovrebbe ringraziare me e Zaia». Così il governatore della Lombardia Roberto Maroni sulla via emiliana all’autonomia.
Alla vigilia del referendum della Lombardia e del Veneto sull’autonomia e il giorno dopo l’accordo tra il governo e l’Emilia per portare avanti il percorso di autonomia chiesto dal governatore Stefano Bonaccini, interviene sul tema il presidente della Lombardia, Roberto Maroni. «Faccio il tifo — ha detto ieri il governatore lombardo — perché Bonaccini riesca nel suo intento anche se dovrebbe ringraziare me e Zaia che abbiamo sollevato la questione. Faccio il tifo per lui ma mi pare che le premesse non siano esaltanti». Concetti simili erano stati espressi due giorni fa dal fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Maroni però è anche entrato nel dettaglio del piano di riforma presentato dall’Emilia evidenziandone quelli che a suo avviso sono i limiti. «Nella dichiarazione d’intenti che Bonaccini ha firmato con Gentiloni si afferma che da una parte c’è la Repubblica e dall’altra l’ordinamento regionale, come fossero due cose opposte. E poi la differenza fondamentale con le nostre proposte è che nella richiesta dell’Emilia non si parla di risorse». Per la verità nei giorni scorsi Bonaccini ha fatto sapere che a percorso ultimato la sua Regione potrebbe gestire direttamente qualche miliardo in più anche se poi ha aggiunto: «Non mi avventuro in una discussione che potrebbe essere roboante, come sta avvenendo da altre parti vicino a noi, perché quei numeri che ho letto non verranno mai concessi da nessuno».
Non c’è dubbio che sia la partita che hanno deciso di giocare la Lombardia e il Veneto sia quella che ha deciso di portare avanti l’Emilia in tandem con il governo sono principalmente di natura politica e che in entrambi i casi siamo lontani dall’obiettivo di portare a casa più autonomia e più risorse per i cittadini. Ma in questo gioco su diversi livelli l’Emilia potrebbe anche approfittare delle favorevoli condizioni politiche con un governo di centrosinistra in carica per andare a dama: il percorso che si è aperto è previsto dall’articolo 117 della Costituzione e viene chiesta più autonomia in alcune materie ben definite, a partire dalla sanità.
Ieri anche il governatore Bonaccini è intervenuto sul tema dei referendum leghisti e ha restituito le cortesie ai suoi colleghi presidenti: «Mi pare che sia un tentativo di avere un plebiscito da spendere alle elezioni politiche». Come a dire che quella di Maroni e di Zaia è solo una mossa strategica in vista del voto ma che non avrà alcun effetto concreto per i cittadini.
La sinistra in Regione ha accusato il governatore di volere inseguire i temi del Carroccio sull’autonomia e a questa critica ieri il presidente ha risposto con queste parole: «A me interessano i fatti e non la propaganda. Noi stiamo cercando di ottenere più autonomia attraverso la Costituzione, speriamo di farcela». Ci sarebbe poi il tema dei costi: la L0mbardia dovrebbe spendere più di 50 milioni di euro, il Veneto circa 15 milioni di euro. All’Emilia fare un referendum sull’autonomia sarebbe costato circa 20 milioni di euro.
Dopo le accuse della sinistra Il numero uno di Viale Aldo Moro: «Noi stiamo cercando di ottenere più autonomia attraverso la Costituzione, speriamo di farcela»