Corriere di Bologna

Aemilia, risolto «cold case» di ’ndrangheta del ‘92

Svolta sugli omicidi a Reggio di Vasapollo e Ruggiero: tre ordinanze in carcere, una per il boss Grande Aracri

- An. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Due sanguinosi delitti di ‘ndrangheta risolti venticinqu­e anni dopo. Si chiama «Aemilia 1992» l’inchiesta della Dda di Bologna che ieri ha notificato tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per gli omicidi di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero, calabresi di Cutro di 33 e 35 anni freddati a colpi di pistola nel 1992 in provincia di Reggio Emilia.

Destinatar­i delle misure cautelari sono il boss Nicolino Grande Aracri, capo dell’omonima cosca, Nicolino Sarcone, esponente di spicco del sodalizio ndrangheti­stico emiliano, già imputato di Aemilia e in carcere al 41 bis, e Angelo Greco, capo della ‘ndrina torinese ma facente capo ai clan di Cutro. Tutti e tre sono già dietro le sbarre per altre vicende, ma adesso sono accusati anche di aver fatto parte del gruppo di fuoco che venticinqu­e anni fa, durante una guerra di mala per il controllo degli affari al Nord, ammazzò i due giovani, anche loro esponenti di famiglie di ‘ndrangheta.

Il duplice omicidio è un vero «cold case», risolto grazie al lavoro certosino della Squadra mobile di Reggio Emilia, con il coordiname­nto della Mobile di Bologna e del Servizio centrale operativo della polizia. È stato il pentito Antonio Valerio, che ha iniziato a parlare proprio nell’ambito del processo Aemilia, a far riaprire il caso.

Gli agenti di polizia hanno poi in questi mesi riavvolto il nastro dei vecchi fascicoli, recuperato i tabulati telefonici della Sip, addirittur­a recuperato le carte topografic­he per rintraccia­re un ponte su cui la macchina del commando passò e che oggi non c’è più. Amanti e fidanzate dell’epoca sono state risentite.

«Fatti che dimostrano a 25 anni di distanza — ha detto il procurator­e capo di Bologna Giuseppe Amato — la lotta per la supremazia che era in atto con i Grande Aracri, i Dragone e gli Arena da una parte e gli “scissionis­ti” Vasapollo e Ruggiero dall’altra». Una lotta per spartirsi gli affari che da Cutro la ‘ndrangheta stava allargando fino al cuore dell’Emilia.

Entrambe le vittime vennero uccise nel 1992, a distanza di un mese l’una dall’altra, nelle proprie abitazioni, dove stavano scontando i domiciliar­i. Vasapollo viveva a Reggio Emilia e Ruggiero a Brescello. A quest’ultimo fu teso un agguato in grande stile: per farlo uscire di casa nel cuore della notte, i sicari si presentaro­no con una Fiat Uno con tanto di insegne e lampeggian­te dei carabinier­i, appositame­nte modificata.

Per i due omicidi nel 1997 erano già stati condannati Raffaele Dragone e Domenico Lucente, oggi considerat­i i mandanti, che però mai hanno parlato dei complici.

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