Corriere di Bologna

Milito: Bologna, Palacio ti ama

- Di Claudio Beneforti

«Rodrigo vale ancora un club da scudetto, ma a Bologna è felice, ama la città. E quando Palacio sta bene, è devastante. Lui è il calcio. Sa fare tutto e non lo dico perché siamo amici». Questo è Palacio raccontato da Diego Milito.

Diego Milito, da uno a dieci quanto la sta stupendo il suo amico Palacio? «Zero». Come zero? Non dica che se lo aspettava? «Solo chi non lo conosce poteva pensare che facesse fatica. Rodrigo è un grande profession­ista, un giocatore straordina­rio e una grande persona».

Non lo mettiamo in dubbio, ma alle spalle aveva un paio di anni di silenzi...

«All’Inter, dove inevitabil­mente hai meno spazi… Ero sicuro che nel Bologna si sarebbe ritrovato. Un giocatore deve avere continuità per fare bene, non puoi pensare che sappia fare la differenza nei ritagli che gli vengono dati. L’ho visto a inizio settimana e l’ho trovato bello carico». Quando lo ha incontrato? «Lunedì e martedì, mi ha raccontato Bologna e il Bologna, in ogni istante mi ha fatto avvertire la sua felicità. E quando Rodrigo è felice, per la squadra in cui gioca è un valore aggiunto». Cosa le ha detto? «Mi ha spiegato di nuovo il perché della sua scelta, è come se mi avesse fatto conoscere da vicino Bologna. È innamorato della città, dell’ambiente, mi ha parlato molto bene di Donadoni, dei suoi compagni. Poi in fondo se sta facendo la differenza un motivo c’è, anche nel calcio niente arriva per caso. La sua contentezz­a la percepisci anche quando parla, non solo quando è in campo. Rodrigo aveva bisogno di trovare un luogo giusto dove poter costruire ancora il suo grande calcio, e lo ha trovato a Bologna».

Che già in passato aveva fatto ritrovare giocatori che sembravano essersi smarriti.

«Le ho raccontato di quanto Rodrigo sia felice a Bologna, ma c’è anche un altro segreto alla base delle sue grandi partite». Quale, lo dica anche a noi. «Ha la testa di nuovo libera, va in campo sereno, con la consapevol­ezza di poter essere importante per il Bologna, e soprattutt­o sapendo che ci sono una città e una squadra che in lui hanno una stima enorme».

E questa è una responsabi­lità che evidenteme­nte non gli pesa.

«Per un grande giocatore le responsabi­lità non rappresent­ano mai un peso».

Palacio potrebbe ancora giocare in una squadra da scudetto, secondo Renzo Ulivieri.

«La penso come Ulivieri, Rodrigo sarebbe ancora utile a tutte le squadre, anche a quelle che pensano in grande. Ve l’ho già detto, stiamo parlando di un giocatore straordina­rio».

Straordina­rio, certo, ma sempre di 35 anni.

«Sulla carta di identità, è vero, ci sono scritti 35 anni, ma sul campo non li dimostra. Perché la sua testa è quella di un giovane, perché la classe e la qualità non invecchian­o mai. E poi lui corre ancora più degli altri, e anche in questo caso c’è un motivo: i suoi pensieri e la sua volontà hanno un filo diretto con le sue gambe. Posso dirvi una mia idea?». Certo.

«Palacio deve giocare, uno della sua grandezza in panchina è sprecato. Non solo il Bologna ha bisogno di uno come Rodrigo, tutto il calcio ne ha bisogno. Lui è il calcio. E non esagero». Le crediamo… «Rodrigo è un attaccante completo, sa fare tutto. E può fare tutto, la prima punta, la seconda punta, l’esterno, il trequartis­ta, essendo intelligen­tissimo. Ed è facile per tutti giocargli vicino. Anche dal punto di vista tattico è un giocatore straordina­rio. Un movimento non lo sbaglia mai, sa come e quando farsi dare il pallone e sa quando dartelo, ha i tempi giusti nella testa e nelle gambe. Uno può dire: per forza Milito esalta Palacio, è un suo grande amico. Bene, provate a parlare con altri cento giocatori che con lui hanno giocato o lo hanno marcato e vedrete che tutti vi diranno la stessa cosa. E vi diranno anche della sua grande disponibil­ità, perché lui gioca sempre per la squadra e la sua qualità la mette sempre al servizio degli altri. Poi in fondo è così anche nella vita di tutti i giorni. La persona è grande come il calciatore». E se lo dice lei che lo frequenta da una vita. «È uno dei ragazzi più buoni che abbia mai conosciuto nel mondo del calcio. Rodrigo è sempre pronto ad aiutarti, ha una disponibil­ità eccezional­e ed è sempre bello sapere che lui c’è e che ci sarà in caso di bisogno». Lei, Rodrigo e il calcio... «Ci siamo divertiti, abbiamo vinto e perso, abbiamo gioito e pianto, ma abbiamo sempre lasciato il campo consapevol­i di aver dato tutto. E fatemi sottolinea­re quando io e Rodrigo abbiamo giocato con Cassano all’Inter, non vi nascondo che è stato uno spettacolo».

Le ha detto Palacio quando smetterà di giocare e se resterà al Bologna?

«Figuratevi se ne abbiamo parlato, oggi Rodrigo ha tutti altri pensieri nella testa, è un uomo e un calciatore felice. E poi lui può ancora dare tanto al calcio, è innamorato del calcio e del suo mestiere. Che è prima di ogni altra cosa una passione, come lo era anche per me».

Quando lei era all’Inter, Mattia Destro giocava nelle giovanili, se lo ricorda?

«Sì, a volte si allenava con noi, era un attaccante di grandi promesse». Che fin qua non ha mantenuto. «Mattia ora ha una grande fortuna, quella di avere vicino uno come Rodrigo. La prenda al volo e non se la lasci sfuggire. Deve ascoltarlo, parlare con lui, seguirlo, soprattutt­o prenderlo sempre come esempio, e di sicuro farà bene».

Siamo grandi amici, ma i compliment­i che gli faccio sono veri: chiedete cosa pensa di lui chi deve marcarlo. Ha ragione Ulivieri: Rodrigo vale ancora una squadra da scudetto

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