Corriere di Bologna

Il Whatsapp lumaca per la Bolognina E Savena si fa il suo

Via al progetto annunciato, ma con tanti filtri

- Mauro Giordano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In Bolognina parte il progetto di controllo del territorio attraverso un gruppo WhatsApp che raccoglier­à le segnalazio­ni dei cittadini in materia di sicurezza da comunicare alle autorità: le ultime riunioni tecniche saranno nelle prossime settimane, a novembre si comincerà e si darà il via a una sperimenta­zione che durerà alcuni mesi. Dopo una lunga attesa ecco finalmente palesarsi all’orizzonte lo strumento chiesto a gran voce dai comitati dei residenti impegnati da anni contro la microcrimi­nalità e il degrado. Da festeggiar­e però, secondo alcuni dei cittadini inseriti nel progetto c’è ben poco, perché l’iniziativa messa in campo sarà ben diversa da quella immaginata e inizialmen­te sbandierat­a dai promotori, Comune in testa: infatti non ci sarà nessun contatto diretto tra le segnalazio­ni e le forze dell’ordine, perché in realtà è stata pensata una catena di filtraggio che – secondo i detrattori – con la velocità e la capacità istantanea di una chat di WhatsApp ha poco a che fare. Intanto c’è da registrare la partecipaz­ione al progetto di tutte le forze dell’ordine, non solo dei carabinier­i come previsto inizialmen­te: spazio dunque anche a polizia, guardia di finanza e anche vigili urbani. Questo perché l’intera procedura sarà molto diversa. Funzionerà così: i comitati raccoglier­anno le segnalazio­ni dei cittadini e le gireranno al Quartiere all’interno del gruppo WhatsApp, forse in diretta collaboraz­ione con il presidente del Navile. Questo permetterà di fare un primo filtraggio delle informazio­ni, così da portare a conoscenza di alcuni rappresent­anti delle forze dell’ordine impegnati nel territorio solo gli episodi e il materiale ritenuti più interessan­ti. Successiva­mente questo «dossier» sarà discusso durante i tavoli tecnici divisi per quartiere che la Prefettura organizza periodicam­ente e lì si deciderà come intervenir­e. Questo perché le autorità competenti hanno ritenuto necessario fare una precisazio­ne chiara: per il pronto intervento esistono i canali «tradiziona­li», come 112, 113 e gli altri numeri d’emergenza mentre per altri tipi di attività potrebbe essere utile WhatsApp. Tra i comitati coinvolti ci saranno sicurament­e quello dei Cittadini Navile, Bolognina 2000, quello del mercato Albani e Progetto Bolognina, il più critico verso questa modalità d’intervento. «Aderiremo ma così sembra veramente poco utile, equivale a mandare un’email all’Urp di quartiere» dicono dal comitato.Intanto un gruppo spontaneo e autorganiz­zato di cittadini è partito da dieci giorni al Savena. Si chiama «Vicinato Savena» e conta già una sessantina di iscritti di varie zone del quartiere. «Chi segnala ha il compito di informare carabinier­i o polizia – spiega Alessandro Labanti operaio e tra i primi ad aver aderito –. Sono stato coinvolto perché sono molto attivo nei gruppi Facebook e sono una sorta di referente per la zona Fossolo». Dal gruppo, racconta Labanti, «viene esclusa qualsiasi tipo di segnalazio­ne di tipo razzista, e cerchiamo di stare attenti agli iscritti perché poi con i gruppi WhatsApp si genera una gran confusione». La necessità è nata per l’aumento di episodi spiacevoli nel quartiere: «A me non piace drammatizz­are. Però abbiamo visto che può essere utile perché viene segnalato uno scippo, piuttosto che un danneggiam­ento. Non vogliamo però nemmeno scatenare il panico».

 ?? Social ?? Una delle segnalazio­ni sulla pagina Facebook dei residenti della zona Fossolo: si segnala che è stato forzato un frigo di una gelateria
Social Una delle segnalazio­ni sulla pagina Facebook dei residenti della zona Fossolo: si segnala che è stato forzato un frigo di una gelateria

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