Il Whatsapp lumaca per la Bolognina E Savena si fa il suo
Via al progetto annunciato, ma con tanti filtri
In Bolognina parte il progetto di controllo del territorio attraverso un gruppo WhatsApp che raccoglierà le segnalazioni dei cittadini in materia di sicurezza da comunicare alle autorità: le ultime riunioni tecniche saranno nelle prossime settimane, a novembre si comincerà e si darà il via a una sperimentazione che durerà alcuni mesi. Dopo una lunga attesa ecco finalmente palesarsi all’orizzonte lo strumento chiesto a gran voce dai comitati dei residenti impegnati da anni contro la microcriminalità e il degrado. Da festeggiare però, secondo alcuni dei cittadini inseriti nel progetto c’è ben poco, perché l’iniziativa messa in campo sarà ben diversa da quella immaginata e inizialmente sbandierata dai promotori, Comune in testa: infatti non ci sarà nessun contatto diretto tra le segnalazioni e le forze dell’ordine, perché in realtà è stata pensata una catena di filtraggio che – secondo i detrattori – con la velocità e la capacità istantanea di una chat di WhatsApp ha poco a che fare. Intanto c’è da registrare la partecipazione al progetto di tutte le forze dell’ordine, non solo dei carabinieri come previsto inizialmente: spazio dunque anche a polizia, guardia di finanza e anche vigili urbani. Questo perché l’intera procedura sarà molto diversa. Funzionerà così: i comitati raccoglieranno le segnalazioni dei cittadini e le gireranno al Quartiere all’interno del gruppo WhatsApp, forse in diretta collaborazione con il presidente del Navile. Questo permetterà di fare un primo filtraggio delle informazioni, così da portare a conoscenza di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine impegnati nel territorio solo gli episodi e il materiale ritenuti più interessanti. Successivamente questo «dossier» sarà discusso durante i tavoli tecnici divisi per quartiere che la Prefettura organizza periodicamente e lì si deciderà come intervenire. Questo perché le autorità competenti hanno ritenuto necessario fare una precisazione chiara: per il pronto intervento esistono i canali «tradizionali», come 112, 113 e gli altri numeri d’emergenza mentre per altri tipi di attività potrebbe essere utile WhatsApp. Tra i comitati coinvolti ci saranno sicuramente quello dei Cittadini Navile, Bolognina 2000, quello del mercato Albani e Progetto Bolognina, il più critico verso questa modalità d’intervento. «Aderiremo ma così sembra veramente poco utile, equivale a mandare un’email all’Urp di quartiere» dicono dal comitato.Intanto un gruppo spontaneo e autorganizzato di cittadini è partito da dieci giorni al Savena. Si chiama «Vicinato Savena» e conta già una sessantina di iscritti di varie zone del quartiere. «Chi segnala ha il compito di informare carabinieri o polizia – spiega Alessandro Labanti operaio e tra i primi ad aver aderito –. Sono stato coinvolto perché sono molto attivo nei gruppi Facebook e sono una sorta di referente per la zona Fossolo». Dal gruppo, racconta Labanti, «viene esclusa qualsiasi tipo di segnalazione di tipo razzista, e cerchiamo di stare attenti agli iscritti perché poi con i gruppi WhatsApp si genera una gran confusione». La necessità è nata per l’aumento di episodi spiacevoli nel quartiere: «A me non piace drammatizzare. Però abbiamo visto che può essere utile perché viene segnalato uno scippo, piuttosto che un danneggiamento. Non vogliamo però nemmeno scatenare il panico».