«La città torni a rendere felici i suoi abitanti»
«Il compito originale di una città era di assicurare la felicità dei suoi abitanti: lo ha detto Aristotele ed è stato così fino al 1500. Solo dopo è diventata un insieme di case, strade e muri». Parola di Franco Farinelli, presidente dell’associazione Geografi italiani e ordinario di Geografia all’UniBo, intervenuto ieri in San Giovanni in Monte per la presentazione del terzo rapporto redatto Urban@it e intitolato «Mind the Gap, il distacco tra politiche e città». Dopo un excursus storico sui cambiamenti del concetto di città nel corso dei secoli, segnato soprattutto dalla contrapposizione tra il modello genovese, eterogeneo e discontinuo, e quello fiorentino, territorialista e basato sulle distanze, Farinelli ha sottolineato: «Oggi la spinta generale è quella di tornare ad un’idea di città in grado di rendere felici i suoi abitanti. E per riuscirci, l’obiettivo politico dev’essere anche quello di compattare l’intelligenza che una città ha in sé, ad esempio tramite l’università e tutte quelle agenzie pubbliche e private in grado di mettere in comune le proprie informazioni specializzate. Non servono soltanto beni immobili e materiali». (b. f.)