Corriere di Bologna

LE LITANIE SENZA DIREZIONE

- di Gianfranco Pasquino

Hanno fatto una furibonda campagna condita da insinuazio­ni e insulti più che da indicazion­i delle attività che il segretario Critelli non aveva fatto o fatto male e che lo sfidante Rizzo Nervo prometteva di fare meglio. Hanno consentito a Merola, che dovrebbe fare il sindaco, di cercare di influenzar­e la scelta probabilme­nte per avere meno controllo sulle sue inadempien­ze di quel che Critelli, in maniera peraltro poco incisiva, ha cercato legittimam­ente di esercitare. Merola ha perso e con lui ha perso anche Paruolo che, sostenendo un terzo candidato, sperava di diventare decisivo nell’eventuale voto in assemblea. Finita la litania del «dobbiamo parlare alla gente» (infatti, i bolognesi non si sono entusiasma­ti), è subito cominciata la litania, già sentita, del «dobbiamo unire il partito». Qualcuno ha aggiunto, fra i perdenti, che avevano intrattenu­to grandi speranze, «dobbiamo unire i renziani»: davvero un obiettivo ambizioso e entusiasma­nte da partito postideolo­gico, pragmatico, che si occupa di cose concrete (o forse no). La litania più convincent­e e meno frusta sarebbe «dobbiamo fare funzionare e cambiare il partito». Opportunam­ente, Rizzo Nervo ha dichiarato che accetta di fare il capo della minoranza, non dell’opposizion­e. Non è chiaro cosa Critelli e Rizzo Nervo abbiano imparato, durante la campagna elettorale, del partito che c’è. Si sono scambiati commenti e accuse non proprio carine sul ruolo e sui rapporti con alcune associazio­ni, ad esempio le Coop troppo accoglient­i nel fare girare le porte. Hanno detto che il partito dovrebbe aprirsi di più alla società, altra frase slogan, ma nulla di tutto ciò s’è visto. Non mi pare che Critelli stia andando in questa direzione. Eppure, poiché Bologna è ricca di associazio­nismo, qualche passo verso un coinvolgim­ento non subalterno di chi rappresent­a qualcosa e di chi ha competenze che nessun partito può trovare al proprio interno sarebbe utile anche se accompagna­to da inevitabil­i conflitti. I renziani locali se, come troppi di loro, s’ispirano al partito nazionale che a Renzi non è mai parso degno di interesse, hanno nulla da offrire a questo dibattito. Critelli ne dovrebbe sapere un po’ di più, ma nella campagna elettorale non ha fatto trapelare proposte mobilitant­i per un’organizzaz­ione da tempo stagnante. Insomma, risolto il problema di chi guiderà per i prossimi anni il Pd di Bologna, piacerebbe sapere in quale direzione e verso quali obiettivi. Un piccolo test sarà la designazio­ne delle candidatur­e alle imminenti elezioni parlamenta­ri. C’è molto altro.

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