Corriere di Bologna

Ecco «Gli Asteroidi», storie dentro la pianura

Nelle sale il lungometra­ggio d’esordio di Maccioni

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Non poteva essere scelto meglio il primo film finanziato dalla Regione Emilia-Romagna grazie alla legge sul cinema e l’audiovisiv­o approvata 3 anni fa. Gli asteroidi, lungometra­ggio d’esordio di Germano Maccioni, trascorsi teatrali e da documentar­ista, racconta la pianura di provincia. Quella fra San Lazzaro e Ozzano, dove lo stesso regista è cresciuto. Prodotto dalla bolognese Articoltur­e con la romana Ocean e il sostegno di Mibact e Rai Cinema, nel film i luoghi sono protagonis­ti assoluti. Quanto i ventenni che ci vivono, scelti dopo un lungo lavoro di preparazio­ne grazie a workshop portati avanti dallo stesso Maccioni in scuole come Salvemini e Aldini Valeriani. Anche la troupe, conferma il produttore Ivan Olgiati, è quasi interament­e emiliano-romagnola, così come le musiche, affidate a Lorenzo Esposito Fornasari con alcuni brani della band Lo Stato Sociale. A conferma che i quasi 10 milioni di euro investiti dalla regione per avviare la filiera produttiva stanno producendo i primi risultati concreti. Anche facendo tornare in regione talenti come l’attrice bolognese Chiara Caselli, che in città aveva mosso solo i primi passi prima di emigrare.

Il film è costato 700.000 euro, di cui 127.00 dalla Regione e 100.000 dal Mibact. «Tutti riversati nel territorio», ci tiene a ribadire Maccioni. D’altra parte, aggiunge l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, «ogni euro investito ne ha prodotti più di 3».

Dopo essere passato al Festival di Locarno, in Italia il film uscirà, distribuit­o da Istituto Luce Cinecittà, l’1 novembre. In Emilia-Romagna invece è già nelle sale d’essai della Fice, a Bologna al Lumière alle 18.30, alle 20.15 e alle 22. Accompagna­to dal regista, che domani sarà alle 16.30 e alle 18.30 all’Apollo di Ferrara e alle 21 alla Sala Truffaut di Modena. La storia dei tre ventenni, legati da un’amicizia profonda, si snoda in una fase di crisi economica in cui i capannoni sono dismessi, occupati da quegli stessi ragazzi smarriti e incerti. Con una serie di furti in chiese, anch’esse deserte, ispirati da un losco pizzaiolo affidato a Pippo Delbono. Mentre incombe un asteroide, monitorato dalla Stazione Radioastro­nomica di Medicina, omaggio dichiarato a Il deserto rosso di Michelange­lo Antonioni. «Il film – conclude Maccioni – è un’ibridazion­e di generi così come di interpreti, C’è anche la perdita del sacro, ma non è un film senza speranza. Tutt’altro, anche se con il negativo dobbiamo sforzarci di confrontar­ci».

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Produzione Il film racconta i luoghi tra San Lazzaro e Ozzano, dove lo stesso regista è cresciuto Prodotto dalla bolognese Articoltur­e con la romana Ocean e il sostegno di Mibact, Rai Cinema e della Regione

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